Abbracciami

E gioca con le ciocche dei miei capelli come se fossero aquiloni e fili d’erba. Guardami dormire senza tempo. Guardami pensare senza direzione riflessa in uno specchio di passaggio. Lasciati provocare dalle mie smanie. Lasciami giocare tutte le mie parti perverse. Lasciami ballare nella polvere della mia innocenza sporca. Lavami e curami. Lasciami piangere e fammi ridere. Toccami. Spogliami dalle ombre e dalla paura. Fammi godere. Entra dentro di me. Stiamo un po’ insieme. Non fare domande. Baciami la fronte.

Ho bisogno di guardarti negli occhi e sentirmi al sicuro.
Perchè di sicuro non c’è più niente.

6 Commenti

  1. Commento di MisterRyan on Settembre 9, 2008 11:41 am

    Ho scoperto il blog grazie ai Macchianera Awards e lo aggiunto fra i link.
    Ryan

  2. Commento di Sophieboop on Settembre 9, 2008 11:43 am

    Tnks :) segue inchino
    Adesso ti sbircio anche io :)
    So.

  3. Commento di Paul on Settembre 9, 2008 3:50 pm

    Ehi Sophie… ma quanti ammiratori hai trovato oggi???
    Merito della pubblicità del concorso???

    Ora non ci dimenticare, noi poveri mortali che ti conosciamo già da un pò!

    ciao
    Paul

  4. Commento di Sophieboop on Settembre 9, 2008 3:52 pm

    No che non vi dimentico! Voi siete importanti quanto me per la riuscita di questo blog. Avevo intenzione di organizzare un aperitivo, per chi vorrà venire. Ma lo comunicherò in privato. ;)
    So.

  5. Commento di Taglia on Settembre 11, 2008 6:08 pm

    Di ciò che hai scritto mi piace il contrasto tra il diretto, quasi brutale ma franco, desiderio di piacere fisico e mentale espresso dalla “protagonista”, e poi il modo in cui “l’invocazione” si chiude: la richiesta di un gesto semplice (che ricompone e fa scemare la precedente tensione; si approda in un tenero porto sicuro) come un bacio sulla fronte, ma che richiede (paradossalemte) la stessa intimità tra due persone di quella necessaria in un amplesso. Quel bacio non è cosa da poco, non è un’operazione neutra o superficiale.

    Leggendo ciò che hai scritto mi è venuta in mente un’immagine particolare, la chiusura di un racconto di T. Capote “il falco senza testa” - lei si avvicinò al lampione e si mise accanto a lui, e fu come se il cielo fosse uno specchio schiantato dal tuono, perché la pioggia cadeva tra loro come una cortina di vetri infranti - ebbene, la figura femminile che tu rappresenti (non so se quella sia tu, e tra l’altro io descrivo l’idea che ho costruito nella mia testa leggendo queste righe, non ho la presunzione di descrivere te, ci mancherebbe) è come uno specchio che restituisce diverse immagini di sé, tutte ugualmente reali, tutte intessute nella trama del desiderio, e proprio come uno specchio (e come il desiderio) corre il rischio di infrangersi in mille pezzi, una cortina di pioggia che permea la città.

  6. Commento di Sophieboop on Settembre 11, 2008 9:38 pm

    E poi dicono che sul web non si conoscono persone “vere”…veramente… :)
    Grazie.
    So.

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