Rivoluzione a-sessuale

2009 aprile 21

Anni fa, quando non scopavo, mi sentivo davvero una sfigata.
E pensare che solo 50 anni prima sarei stata innalzata dalla comunità come esempio di somma virtude! Solo fisica, ovviamente, perchè l’innocenza mentale – canonicamente intesa, visto che io mi sento perfettamente pura – l’avevo già persa da un pezzo tra film porno e un corredo di fantasie erotiche del tutto invidiabile.

Mi sentivo irrimediabilmente, completamente sfigata visto che a 18 anni era tanto se avevo visto 2 piselli dal vivo in tutta la mia vita tempestata di ormoni. Non sapevo cosa volesse dire avere essere sanguinariamente deflorata dal vicino di casa e nemmeno come si potesse rischiare il soffocamento praticando la 69.  Mi sentivo esclusa. Sembrava che tutto il mondo scopasse tranne me. Persino le amebe e i parameci scopavano. Certo, era sempre scopare con se stessi, ma era comunque fare sesso. Uno degli ingredienti della banale popolarità.

Volevo fare anche io la mia rivoluzione sessuale, togliermi i vestiti come fossero catene, fare cose trasgressive e godere di tutte le terminazioni nervose che avevo in corpo. E anche sentirmi amata. Come tutti. Volevo ribellarmi alla mia condizione di minorata sociale come quando – 40 anni fa – si scopava con un qualsiasi essere vivente (cani, capre e balene) anche solo in segno di sfregio a chi diceva che tutta questo piacere e questa promiscuità fossero disdicevoli. Immorali. Vergognosi.

In effetti, forse avevano ragione questi veliardi mortificatori delle gioie della vita: perchè è disdicevole, immorale e vergognoso scopare solo per aggiungere un nome – o meglio, un numero – nel proprio curriculum sessuale. Per il semplice fatto che solitamente quando si fa sesso ci sono di mezzo delle persone, vive, e questo rende il sesso un po’ meno sportivo degli altri sport. Invece sembra che oggi nel sesso valga il detto “l’importante è partecipare” e non “l’importante è godere”. O star bene. O far star bene. O amarsi.

Forse non si è ancora capito che la vera libertà sessuale è una questione più intima di quanto si pensi. Non è una legge pubblicata sul gazzettino, non è una moda titolata sui tabloid e nemmeno una parata di cazzi di gomma, ma un diritto da reclamare con sé stessi.

E’ la libertà di scopare come ricci e anche di non scopare affatto per mesi, anche anni, volendo. E’ la libertà che ci concediamo per realizzare tutte le nostre fantasie, da frustate e pioggia dorata a grattini e posizione del missionario. E’ il non sentirsi socialmente obbligati o moralmente impediti. Si tratta semplicemente di ascoltarsi e di viversi invece di rimanere ingabbiati in strutture mentali che ci legano ben più stretti di uno shibari. E’ lasciarsi andare, semplicemente, con il sorriso sulle labbra, così come si è.

Forse, bisognerebbe solo iniziare a volersi un po’ più bene e tirare lo sciaquone, liberandoci di tutte le stronzate che ci mettono e ci mettiamo in testa.

Altri pensieri:

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    aprile 22, 2009

    Sottoscrivo ;)

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  2. aprile 22, 2009

    :D

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  3. fantasmina permalink
    aprile 22, 2009

    ciao..è da un pò che ti seguo e complimenti:scrivi davvero bene..questo articolo mi ha colpito molto.. brava..continua così..kiss

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  4. aprile 22, 2009

    Tnksssssssssss :D
    Io continuo così, ma tu continua a commentarmi! Il blog è bello soprattutto quando si creano dei momenti di confronto :)
    So*

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