Sei il mio mondo parallelo.
Sei tutte le possibilità
Tutte le sfumature
Tutti i miei destini
Tu sei
tutta la vita.
Sei il mio mondo parallelo.
Sei tutte le possibilità
Tutte le sfumature
Tutti i miei destini
Tu sei
tutta la vita.
Quando ha finito, Destiny si appoggia alla pala ansimando, e piccole gocce indistinte di lacrime e sudore bagnano il deserto ai suoi piedi. Poi prende il pannello di legno scarabocchiato di ossa nere e lo conficca con un grido disumano nel terreno. Poi se ne va, lasciando sopra la fossa solo questo post it mortuario [...]
Riapro gli occhi e vedo Destiny sopra di me, in mezzo al cielo terso, con il suo cappello a falda larga e gli occhiali neri. Impugna la pala, respira forte e si asciuga la fronte con un angolo di sottoveste, lasciandomi vedere la pelle della sua pancia tonda e nuda per la prima e l’ultima [...]
Destiny riprende la vanga, riprende a scavare, riprende a mugugnare una canzone passata di moda. Di tanto in tanto si gira a guardare Herbert da dietro le lenti scure, per controllare che non si svegli, o forse per assicurarsi che non crepi troppo in fretta. Poi torna di nuovo a spalare, infilando la testa rossa [...]
Un colpo metallico mi sveglia e vedo Destiny davanti a me, vestita con solo con una sottoveste di raso nero e un cappello a falda larga. Le spalline ricadono come briglie sciolte sulla sua schiena sudata che si curva e riemerge sotto il sole del deserto, lanciandosi dietro un piccolo soffio di terra. Vedo il [...]
“Ancora” urla Destiny sopra di me, mentre fa su e giù sopra di me, mentre gode sopra di me. Piccole gocce di sudore stillano dai suoi capezzoli e la coda di capelli rossi e scuri le frusta la schiena come un gatto a nove code; io sento la sua figa che mi si contrae attorno, [...]
“Destiny perché stai facendo tutto questo? Perché io? Perché mi hai voluto?”. Lei mi guarda, incorniciata dalle fiamme, con le braccia sui fianchi rotondi come se fosse un vaso di terracotta e dice: “perché tu non mi ha voluta, allora? Perchè sei scappato? Perché non ti sei mai fermato ad ascoltare quello che avevo da [...]
Sono sceso dal pullman senza meta da neanche tre ore, mi trovo a Tucston, Arizona e sono ancora un motociclista. Entro in un fast food per ingoiare qualcosa, e mentre la cassiera in uniforme gialla e blu mi dà il resto, i miei timpani sono battuti da un “si sente bene signora?” premuroso e perbene. [...]
Herbert Miller è legato, fottuto e ha le lacrime agli occhi. Non perché sia impaurito, o dispiaciuto, e neppure perché sa di non avere la minima possibilità di fuga: Herbert Miller piange per il fumo gli penetra nelle pupille, gli striscia in gola come parole mai dette, e lo fa ricadere sulle ginocchia a cercare [...]
Se avessi ancora una famiglia in questo momento starei chiamando mia madre da un telefono pubblico, e le direi che non deve preoccuparsi, perché mi hanno mandato in giro per il paese a sbrigare un lavoro importante. Le direi che avrò una promozione, una volta portato a termine l’incarico. Le direi che volevo farle una [...]
Una cadillac rossa del ’57 con il muso ammaccato e i fanalini rotti si ferma in uno spiazzo sterrato all’esterno di un motel abbandonato. La donna con i capelli rossi scende dall’auto, e apre il portabagagli dove Herbert Miller è rannicchiato come un cappone sul banco del macellaio la Vigilia di Natale. È stropicciato, i [...]
Quando arrivo da John è quasi buio e il sole sta tramontando dietro il suo magazzino, che sta in mezzo a un grande spiazzo sterrato. È appoggiato alla fiancata del suo furgoncino, tappezzata con adesivi “da John, costumi originali” e fuma una sigaretta. Ha i dread raccolti in una specie di chignon, come se fosse [...]
Compongo il numero con le dita che mi tremano, che pigiano con forza, schiacciando i tasti sporchi del telefono pubblico come moscerini su una torta di compleanno. “Pronto?” dico “John posso passare da te per tra un po’?” e lui mi risponde: “certo fratello”, come se sapesse già tutta la storia, come se si aspettasse [...]
Herbert Miller cammina appena davanti a una donna incinta con i capelli rosso sangue acconciati in una pettinatura retrò. Ha una pistola puntata a ridosso delle vertebre lombari, dove, se lui inavvertitamente cercasse di scappare, sarebbe inavvertitamente colpito da un proiettile calibro 9 che inavvertitamente lo paralizzerebbe dalla cintola in giù. Poi la donna con [...]
Era davvero una brava ragazza la nostra Destiny. L’avevo incontrata per caso, un giorno di qualche mese prima, mentre cercavo di nascondermi da una delle solite single ingenue e arrapate che riuscivo a portarmi a letto con la scusa di essere un malato terminale: le rassicuravo sul fatto che il morbo non fosse infettivo e [...]