TECNOLOGIA
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- per tutte le donne che volessero sperimentare cosa vuol dire centrare la tazza (anche se questo non aumenterebbe la tolleranza verso le assi inondate), c’è Super Pii Pii, un gioco per Wii dotato di strap-on il cui scopo è centrare la tazza. chi ha partorito la perversa pensata? I Jappo! | via ThinkGeek
- Per la serie: marcare il territorio. La mappa del piacere su cui poter piantare la propria bandierina segna-amplesso si chiama Ijustmadelove. | via River
SESSO & SALUTE
- Lo sperma rallenta l’invecchiamento. E io che pensavo servisse contro l’acne adolescenziale. Meno costoso del lifting, più sicuro del botox: milf all’attacco! | via River
- Vuoi fare sesso selvaggio in inverno senza ammalarti? Snuggiesutra è la tua risposta. | via Pinkblog
SEX TOYS
- Orgasmatron 3000: la prima, vera, lavatrice orgasmica. | via I love bad things
- Bonershaker/Ladyshacker: il sex toy unisex più incomprensibile del mondo: a me sembrava una pialla elettrica. Guardare per credere. | via Lovehoney
- Gli androidi sognano lingue elettriche? Molti umani sì, e da oggi invece di attaccare scaloppine a un ventilatore possono usare Sqweel, la lingua meccanica. | via Lovehoney
E’ stato diverso.
Meno esplosivo. Ma potente.
Più caldo e più avvolgente. Ma meno appariscente.
Meno rumoroso. Ma più devastante.
Un godere vibrante. Ma più tondo.
Un orgasmo con una luce diversa.
Più soffusa. Più profonda.
Come una corrente che percuote il fondo del mare.
Che disegna un sorriso sorpreso, un po’ trattenuto
quasi vergognoso della sua vertigine
quando ti dico che sono venuta e tu dentro di me mi guardi negli occhi
e mi chiedi “davvero?” e spingi più forte
e io vengo di nuovo e vengo di più
e mi lascio cadere nella soddisfazione ancora più innocente
e oscena
delle mie viscere.
Promemoria per me: ricordarmi più spesso quanto è meraviglioso farmi inculare da te.
Una mia amica mi ha fatto scoprire una webradio molto interessante.
Si chiama Stereomood, e il suo superpotere è creare playlist in base all’umore e/o all’attività svolta. Insomma, emozioni in musica (buona musica, di quella talmente ricercata che non si trova da tute le parti).
Soprattutto, è un ottimo modo per evitarmi traumi da brutal death metal di prima mattina, con la playlist just wake-up, e per creare l’atmosfera giusta senza avere l’onore e l’onere di spulciare tutti i miei mp3.
Ovviamente la mia attenzione non poteva che cadere sul mood make love, molto molto slow romantic per serate che, se qualcuno sbirciasse dal buco della serratura, potrebbero essere scambiate per un dolce, passionale, torrido film erotico. (Ah, questa playlist incoraggia anche le dichiarazioni d’amore sussurrate e gli amplessi occhi negli occhi.) E ci sono anche horny, romantic, candlelit dinner e dogging jogging.
Purtroppo mancano i mood depressione/isteria da sindrome premestruale, autoerotismo e sesso selvaggio, ma provvederò a crearli al più presto.
Per la serie: la mia vita è un videoclip.
Enjoy
Mi sono già messa a novanta, con i muscoli delle cosce tesi e il busto ad angolo retto. Con i miei segreti che si intravedono quanto basta.
Mi sono messa con le gambe spalancate, a guardare le nuvole che cambiano e i tuoi occhi che si perdono. A guardare il godere che ti scorre in faccia.
Poi mi sono messa a pancia in giù, per sentir tremare la terra sotto e la tua pelle sopra. Per sentire le mie mani strangolare incontrollate il lenzuolo.
Mi già sono messa in posizione per essere presa dalla tue mani e stretta nei fianchi, sorreggendomi su arti in costruzioni lineari. Per curvarmi morbida nel piacere.
Mi sono messa di fronte a te, incatenata al tuo corpo, imprigionata dalla tua bocca. Torturata dai tuoi sussurri osceni.
Poi mi sono messa a leccarti offrendomi alla tua lingua, con gli occhi chiusi e il mare dentro. Con l’orgasmo che schiuma sulle nostre labbra.
Mi già sono messa di fianco a te, come una signora scolpita nel marmo, senza aprirmi e senza vederti. Senza poter evitare di sciogliermi come una statua di cera sentendo il tuo calore.
Mi sono messa sopra il tuo centro duro, per cavalcarti come un’amazzone inversa e perversa e incitarmi con i ripetuti colpi delle mie dita. Per urlare puntualmente e baciarti all’occorrenza.
Mi sono messa seduta sopra al tuo respiro e alla tua sete. Sopra al giudizio dei comuni mortali.
Mi già sono messa vicino a te, per sentire il tuo odore che si mischia al mio e i nostri respiri in sincronia armonica. Per sentire il vuoto eccitato delle pause e il ritmo battente degli organi.
Mi metto come vogliono le tue mani. Mi metto come la mia voglia comanda. Mi metto a sentire quanto profondamente puoi affondare nella mia carne viva. Quanto puoi arrivare dentro di me.
In tutte le posizioni, voglio stare dentro il tuo cuore.
Grazie a tutti quelli che mi hanno votata.
Grazie a tutti quelli che mi leggono.
Grazie a tutti quelli che contribuiscono a rendere questo blog ancora più bello.
Grazie alla vita e alla mia mente perversa, continue fonti di lussuriosa ispirazione.
Grazie a tutto ciò che mi ha fatto male, perché mi ha resa quella che sono.
Grazie a chi mi sta vicino, a chi mi sostiene, a chi condivide con me interessi e passioni e a chi non la pensa come me.
Grazie a Te, che mi hai insegnato ad amare.
Pensieri senza mutandine ha vinto il Macchianera Blog Award come miglior blog erotico del 2009.
Continuerò a scrivere sul blog come ho sempre fatto.
Continuerò a fare il mio lavoro webqualcosa.
Continuerò a scrivere il mio libro.
Continuerò a cercare di creare qualcosa di bello.
Grazie.
A tutti gli “alunni” dell’eroticamp – e chi altri volesse aggiungersi: ATTENZIONE!
Domenica mattina gita al sex shop Il Delta di Venere, straordinariamente aperto per escursione didattica nell’affascinante mondo dei sex toys + aperitivo. Accompagnano la Professoressa Dania e il Professor Dadevoti.
Chi volesse partecipare, può iscriversi sul wiki. E’ richiesta l’autorizzazione firmata dai genitori, da contraffare assolutamente.
Orario di ritrovo: in mattinata, verso le 11.
Lo so, è presto, ma tanto prima di mezzogiorno ci sbatteranno tutti fuori dagli alberghi e la domenica mattina faccio sempre la schiuma del cappuccino con il vibratore.
Venite. Tutti insieme, lussuriosamente.
Mi dicono che esista una brutta cosa, chiamata CALO DEL DESIDERIO. Mi dicono anche, che dopo un po’ che si sta con la stessa persona, sia normale non provare più brividi magnetici ogni volta che si fa sesso – anzi, l’amore – e non avere più la stessa voglia bruciante dell’altro: magari succede di rado, una o due volte all’anno, a causa di qualche congiunzione astrale o per la ricorrenza dell’anniversario. Mi dicono che succede sempre così, che il desiderio non è che cali del tutto, ma che si stemperi tra la spesa del sabato e le otto ore lavorative.
Dicono che nella migliore delle ipotesi, questa mancanza di passione diventa talmente normale che non la si sente più. Nella peggiore, ci si stufa del partner e ci si arrangia in un altro modo. Un amante. Un vibratore. Un barattolo di burro di arachidi.
Dicono. Ma io non ci credo. O meglio, non mi voglio arrendere alla normalità, all’idea che quella cosa chiamata fare l’amore, quella cosa che fa godere così tanto ed è così potente da creare la vita possa diventare parte di una noiosa routine. Finchè non senti più il calore delle mani, la fantasia che ti prende di prepotenza, l’eccitazione che gocciola e gli orgasmi che si mischiano. Finchè non lo desideri più così tanto, perchè tanto sai che è lì, e che ci sarà anche domani accanto a te, nel letto, la persona che ami.
Io non voglio finire così, perchè amare è anche una voce del verbo fare. Io ho un piano: scopare meno per scopare meglio. A qualcuno potrebbe sembrare alquanto impopolare, ma penso possa funzionare.
Innanzitutto, bisogna assegnare al desiderio e alle fantasie erotiche un posto fisso nelle proprie priorità giornaliere, prima che finiscano schiacciate in fondo al cassetto dei sogni insieme ai calzini sporchi.
Seconda cosa: bisogna essere un po’ masochisti, in una sorta di perverso teasing & denial psicofisico. Non si tratta di astenersi, solo trattenersi un po’, solo fermarsi un po’ prima, finchè non si sente che quel desiderio scalcia e morde, che vuole, anzi, DEVE, uscire, vivere, amare, fare e solo allora lasciarlo uscire, vivere, amare. Fare.
Mi spiego meglio: il desiderio è creato dall’assenza, dalla mancanza, dalla distanza ed è in questo vuoto che la fantasia inizia a ossigenarsi e la fame inizia a bruciare. Quindi, bisogna affamarsi di sesso, assetarsi di orgasmi e di lasciarsi torturare un po’ da questa mancanza, dalla carne che freme, dalla pelle che si cerca.
Bisogna frustrare, castigare e legarci stretto al petto questo desiderio neonato perchè cresca più forte. Perchè impari a vivere negli sguardi, nei pensieri, nei respiri e nei silenzi, nel freddo, nell’impossibilità, nelle lancette d’orologio. Perchè quando finalmente potrà divorare, toccare, leccare, baciare, accarezzare e scopare viscere, cuore e cervello, questo desiderio possa vivere davvero e urlare il suo amore in un unico, terrificante e meraviglioso, vagito orgasmico.
In altre parole, la qualità invece della quantità. Anzi, in realtà qualità e quantità sono concentrate, perchè se ci si affama per bene, difficilmente basterà una porcata portata per saziare la voglia.
L’alternativa è scopare così tanto da drogasi di orgasmi e assuefarsi alle endorfine. Purtroppo, nella vita media di un adulto, non c’è mai abbastanza tempo.
Stamattina andando al lavoro vedo un ragazzo cinese che indossava una maglietta con scritto Stallone Italiano.
Non so perchè, ma c’è qualcosa che non mi torna.