Sex in ADV # 30

2009 gennaio 16

Perchè in Italia fanno pubblicità come quella della Fiesta (la merendina alcoolica) e non una bella orgia di palloncini preservativi?

Bettie Page, in memory of

2009 gennaio 15

Devo fare una confessione. Quando ho saputo della morte di Bettie Page mi sono sorpresa.
Pensavo fosse accaduto già molti anni fa, in un giorno approssimativo e silenzioso dopo la fine degli anni ‘50.

Ma la mia ignoranza, in fin dei conti, è giustificabile. Perchè la pin-up Bettie Page, quella che sculacciava e sorrideva, quella sfogliata di straforo nei bagni e nei retrobottega, è davvero scomparsa nel 1958. Solo la donna che c’era dietro e dentro la pin-up dai capelli corvini, Betty Mea Page, ha continuato a vivere la sua vita, riservata e ignota, fino all’11 dicembre 2008.

Bettie Page, la modella, scomparendo dietro il sipario e da dietro l’obiettivo con una mossa elusiva degna dell’assistente migliore che un illusionista potrebbe desiderare, è brillantemente riuscita in quello in cui molti altri hanno fallito: Bettie Page è una superstite. Bettie Page non ha pagato la consacrazione del mito con il proprio sacrificio umano. Betty Mea Page è una Norma Jeane Baker sopravvissuta nell’anonimato, una reduce dall’istituzione del culto. Bettie Page non è una divinità incisa nella pietra di una lapide, è una Venere scolpita nel burro della fantasia.

Con un corpo a clessidra che non smette di affascinare anche con lo sbriciolarsi delle mode, tacchi vertiginosi per raggiungere l’olimpo dell’estetica fetish e una frangetta maliziosamente infantile, Bettie Page è una femmina non modificata, una bambola naturale che ancora non è Barbie: è la donna prima delle diete e della chirurgia plastica, prima dei seni appassiti, della smagliature e della cellulite. Bettie Page è la libera immagine voluttuosamente imperfetta prima del fotoritocco digitale.
Bettie Page è un sospiro erotico, un’icona di stile, un idolo carnale, una fantasia plasmabile.

Bettie Page è una frustata sincera in bianco e nero. Bettie Page è un sorriso supernova in technicolor.

Bettie Page è un corpus di fantasie sensuali compresse in formato analogico, è una divagazione vaudeville di pensieri sconci, è uno sguardo perverso, osceno, malizioso e innocente.

Bettie Page è le peggiori intenzioni e i sentimenti più puri.

Per me Bettie Page è stata un’ispirazione, una seconda possibilità. Quando ho visto per la prima volta una sua foto, era legata e aveva in bocca una pallina di gomma, aveva le sopracciglia inarcate come code di rondini in fuga, e un urlo ovattato rinchiuso in gola. L’effetto straordinario di quella fotografia era che se la guardavo in orizzontale il suo volto era corrucciato e terrorizzato, con le pupille dilatate e dense di nero, uncinate ad un punto fisso al di là dell’immagine. Ma se la giravo sembrava mi sorridesse, sembrava mi dicesse: “è tutto un gioco“, ammiccando con un’illusione ottica e il presentimento che qualcosa di meglio di un sogno patinato e “posato” fosse possibile. Qualcosa di vero. Qualcosa di vivo.

Bettie Page mi ha fatto credere di poter essere un suo riflesso distorto, una sua figlia abbandonata e cresciuta riguardando le poche immagini di una madre troppo precoce per essere naturale. E lei, lei non si rendeva conto di quello che stava facendo.

Non è mai stata la ragazza della porta accanto, Bettie Pege. Bettie Page è la ragazza della tua porta. Bettie Page sei tu. E’ quella che gioca con il suo uomo in camera da letto o con il gatto in salotto, quella che sculetta inconsapevolmente per le strade di giorno e che legge la sera, è quella che indossa lingerie e tacchi alti per gradita sorpresa e personale piacere.

Bettie Page, nella tua immaginazione, può diventare quello che vuoi. Puoi immaginarla mentre sorride al mare e ti schizza di acqua salata o nuda e selvaggia come la femmina ancestrale, come una dominatrice spietata e compiaciuta o come una cattiva bambina schiava d’amore. Ma, soprattutto, puoi supplicarla di frustarti, o legarla stretta in un abbraccio di nodi, puoi sentire la sua mano che fa bruciare la tua pelle con una sculacciata o bloccarle i polsi con una corda ben tirata. Con Bettie Page puoi fare l’amore come con Marilyn non oseresti mai.

Peccato che, di tutto questo, di tutto quello che ha rappresentato Bettie Page, i media ricordino solo il lato più svestito e meno scomodo, dipingendola ipocritamente come la più sensuale delle pin-up, ma non come “la Regina del bondage” che è stata. E’ molto più “dignitoso” immaginarla mentre gioca con in mano delle palline di natale piuttosto che con in bocca una pallina di gomma. E’ molto meno scandaloso saperla nuda, piuttosto che vestita e in pose “sadomaso”.

Ma la verità è che Bettie Page e il suo culto sono stati un atto di ribellione. Bettie Page ha liberato l’erotismo dalle catene del peccato, dando il suo corpo alle fantasie più istintive e forse inconfessabili: il dominio e la sottomissione. Bettie Page ha aperto le gambe a una sessualità frigida e limitata, occupata a masturbarsi con i pensieri e i sensi di colpa, facendo ridere la fantasia di godimento e ossigeno. E non lo ha fatto con la morbosità di chi nega il sesso, ma con la leggerezza di chi lo ama: in ogni suo scatto non c’è lascivia, ma divertimento, nel suo sguardo c’è qualcosa che brilla e rende tutto un gioco, un tentativo, un’emozione, una risata.

E’ questa la grande possibilità che Bettie Pege ci ha donato: vivere l’erotismo, qualsiasi esso sia, con la leggerezza di un sorriso.

Articolo per whitespace, lo trovate nella sezione mistico

Il vero uomo è

2009 gennaio 12
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di Sophieboop

per me:

  • quello che sa accettare se stesso in tutte le sue sfumature e per questo è sicuro di sè
  • quello che sa cosa vuole e lotta per ottenerlo
  • quello che si prende la responsabilità non solo delle proprie azioni ma anche dei propri sentimenti
  • quello che non si mette la canotta bianca perchè fa “vero uomo” ma se la mette e basta, che ti piaccia o no
  • quello che ti lascia totalmente libera di fare le tue scelte, e anche i tuoi errori ma che non ti fa sentire sola o con le spalle scoperte
  • quello che “sa il fatto suo”
  • quello che è generoso
  • quello che sa prendere delle decisioni e fare delle scelte
  • quello che pensa con la sua testa e non secondo il giudizio degli altri
  • quello che ti fa sentire donna, la sua donna, senza farti sentire “una del gentil sesso”
  • quello che sa ancora giocare e ridere come un bambino
  • quello che ha delle forti passioni e si appassiona
  • quello che vuole imparare e scoprire
  • quello che sa fare la cosa giusta ma anche sbagliare
  • quello che sa dire grazie e chiedere scusa
  • quello che è sincero e onesto con se stesso e con gli altri
  • quello che se vuole fare una cosa la fa e basta, e che se non vuole farla non la fa e basta
  • quello che sa affrontare dei sacrifici per raggiungere un obiettivo comune
  • quello che sa aspettare il momento giusto ma anche crearlo
  • quello che ti stupisce e che non smetti mai di conoscere
  • quello che si sa emozionare e lo fa vedere
  • quello che sa lasciarsi andare
  • quello che ha mille volti ma è sempre se stesso e non si nasconde dietro una maschera per ripararsi dal mondo
  • quello che non pensa solo al suo piacere
  • quello che non ha paura di vivere, o di sbagliare, o di soffrire, anche se sbaglierà o soffrirà
  • quello che non vuole qualcosa da te, ma te e basta

Insomma, quello che è un vero uomo non perchè comportarsi così sia “da vero uomo” ma perchè lui è così e basta.

5 giorni

2009 gennaio 11

5 giorni e
precipito e
mi manca il respiro come se fossi sotto mille metri di terra e
annaspo sbranando l’aria e
il freddo mi morde lontana da te e
mi rigiro nel tuo odore come un naufrago nella terra e
ansimo coperta di stracci salati e nuda di paura
quando senza pudore
i miei occhi si riempiono di mare
perchè tu te ne sei andato
per altri
5 giorni

I sex toys e il sentimentalismo nell’uso dei vibratori

2009 gennaio 9

Per certe cose, ogni volta è la prima volta.

E ogni volta io mi imbufalisco come mai prima quando leggo cazzate stereotipate riguardo i sex toys e chi li utilizza.

Premetto che io adoro i toys e che quando mi trovo in un negozio che ne vende – sexy shop con vetrine oscurate o erotique boutique che sia – sembro una bambina nel paese dei balocchi e che quindi posso essere un soggetto un tantino particolare e bizzarro, a cui scappano esclamazioni tipo “oddio che bello delle palline anali a forma di fragola!“.

Detto questo, io sarò anche un soggetto particolare, ma le cazzate rimangono cazzate, e i luoghi comuni diventano sempre più affollati di ipocrisia e vuoti di significato.

Ieri sera mi è capitato di sfogliare una rivista per donne tipo “stili di vita sani e blablabla” acquistata causa dvd “fitness smaltimento accumuli indesiderati di adipe”. Nella pagina riservata alle lettere con annessa risposta del direttore c’erano non una, ma ben due lettere (probabilmente scritte dalla redazione stessa, ma va beh, io sono passionale e mi arrabbio lo stesso) che riprendevano un certo articolo del numero precedente, dedicato ai sex toys. Lo spazio era evidenziato dalla doppia pagina dell’articolo e da una scritta in rosa, che fa molto soft, “L’inchiesta che fa discutere“.

Intanto, finchè i sex toys saranno qualcosa “che fa discutere” non saranno mai trattati in maniera naturale, normale ma come qualcosa di scabroso e perverso, e si continuerà a veicolare all’opinione pubblica (che non è il singolo, ma la collettività, e non è per nulla democratica) l’impressione che siano oggetti “da maniaci fornicatori con pericolose disfunzioni della personalità”.

Quello che faceva discutere poi, a quanto ho potuto dedurre dalla doppia pagina pink, erano olii da massaggio/lubrificanti, manette, papere vibranti, nipples di strass e anelli vibranti. Non voglio proprio immaginare un servizio sulle palline anali a forma di fragola di cui parlavo prima.

La prima lettrice ringraziava la testata perchè con il sopracitato articolo ha contribuito a sdoganare la sessualità femminile dai vecchi archetipi (iniziativa comunque meritevole, soprattutto in un paese come l’Italia) e chiedeva consiglio su come coinvolgere il marito nell’utilizzo di sex toys, senza che lui si trovasse deluso nello scoprire una donna diversa da quella romantica, tutta casa e famiglia. E qui, mi sono incazzata.

Perchè finchè non si riuscirà a pensare che anche usare sex toys possa essere romantico, non si andrà mai da nessuna parte nello “sdoganare” qualsiasi sessualità. Finchè non si accetterà l’idea che la donna (e la donna dovrebbe farlo per prima) che gode e ha fantasie sia la stessa che lavora e prepara un piatto di pasta, finchè non si accetterà che possa essere romantico – perchè dietro si sono un sentimento, una passione e un’emozione – anche usare un vibratore, un dildo e una bella corda da bondage, si continuerà ad essere sessualmente frustrati. Uomini e donne.

L’archetipo che bisogna sdoganare davvero, è sempre il solito, secolare pensiero, che la donna che gode sia una “donnaccia”. Fottute principesse e principi.
Perchè poi, visto che la principessa non è abbastanza donnaccia e non deve esserlo (perchè se no il principe non la vuole più, visto che lui non vuole stare con una donnaccia, che è poco decoroso), il principe prende il suo cavallo e se la va a cercare la sua donnaccia, un’altra donnaccia, mentre la principessa, romantica regina del focolare, attende il suo ritorno con l’aspirapolvere in mano. (Magari lo stesso aspirapolvere in cui il principe ha infilato il pisello qualche ora prima).

Nella seconda lettera invece mi ha stupito la risposta del direttore, che a una lettrice che vorrebbe sperimentare l’uso delle manette, ha risposo che sono un modo un po’ hard per iniziare. E se le manette sono hard forse i cateteri uretrali sono soft.
Qui mi sono un attimino inalberata per la cultura limitata che si ha generalmente in quanto a sex toys. Spesso e volentieri i sex toys nell’immaginario collettivo sono associai ai vibratori e il resto è… nulla. Chissà poi perchè… forse c’è qualcosa nell’idea di vibrante che eccita molto… l’idea del piacere meccanico forse… o forse dell’essere tanto “perversi” da utilizzare l’ingegno per costruire macchine ssssesssssssuali.

Se solo sapessero che per fare “le porcate peggiori” si usano anche oggetti di uso quotidiano
Come al solito, non è l’oggetto in sè, ma l’uso che se ne fa, a fare la differenza.

Forse, per riuscire a riunire in un unico corpo, come dovrebbe essere da sempre, la donna libidinosa e quella romantica, si dovrebbe promuovere la sessualità domestica, o meglio casalinga. Non avete idea di cosa si possa combinare con un buono spazzolino elettrico, un piumino per la polvere e qualche molletta…

Laccami il culo

2009 gennaio 8
di Sophieboop

Forse è quello che ha detto Mirela Gradinaru al suo/a partner (sempre che un partner sia coinvolto in questa sporca faccenda).

La donna, 37 anni,  si è presentata in una clinica rumena con un’enorme bomboletta di lacca per capelli infilata nel retto, ma si è rifiutata di dare spiegazioni in merito a come la suddetta bomboletta sia diventata parte di lei.

A giudicare dalla foto e dalla posizione dell’insolito anal intruder, viene da chiedersi come sia possibile inserire un oggetto di tale portata in un umano deretano e quale marca di lubrificante sia stata usata per l’impresa. Nessun dubbio invece sulla marca della lacca: DEVE essere “Cielo alto”.

via River

L'uomo nerd è meglio perchè…

2009 gennaio 8
di Sophieboop

L’uomo nerd è meglio perché… in qualità di pigiatasti sa usare molto bene e molto velocemente le dita, conosce e imposta correttamente tutte le porte del piacere, sa ottimizzare i tuoi processi orgasmici e aggiornare puntualmente le fantasie condivise. Ah, il suo pisello è plug&play&enjoy.

Sex in ADV # 29

2009 gennaio 8

“Use a condom”

Apertura (dei gusti)

2009 gennaio 6
di Sophieboop

e’ vero che le donne sono piu’ “aperte” nei gusti? cioe’ mi spiego meglio… un uomo fa piu’ fatica avere rapporti con una ragazza brutta…e capisci bene il perche’….ma una donna a volte la vedi andare a letto con uomini brutti o vecchi o cmq non altezza della donna…ma a letto come fanno?

firmato

Sai cos’è “il carciofo”? Se una ragazza particolarmente brutta porta la gonna e tu hai voglia di sesso, basta che le tiri su la sottana, le infagotti il tronco e poi fai quello che vuoi senza “cattivi pensieri” a distrarti. Purtroppo per le donne, la tecnica del carciofo non è praticabile, a meno che il lui in questione non sia kilt-dotato.

Scherzi e freddure a parte, gusti e soggettività dei canoni estetici a parte e ipocrisie a fanculo l’unico motivo scientifico per cui un uomo potrebbe avere più difficoltà di una donna ad avere partner brutti è perchè il maschio si eccita maggiormente con la vista, rispetto alla femmina.

Detto ciò, anche se li avevo messi da parte, ci sono i gusti soggettivi, l’impulso sessuale che è vario e diversificato, ci sono gli odori, gli ormoni… e poi c’è sempre l’ammmore. Ah, l’amore.

E poi ci sono molti uomini e donne brutte che sanno essere assolutamente all’altezza… spesso e volentieri più dei bellocci.

Personalmente, adoro i difetti.

P.S: questa domanda non mi è piaciuta molto :( troppo materialista e un po’ superficiali per il mio animo romantico

Chiuso per ferie

2008 dicembre 24
di Sophieboop

Stop.

Possibili apparizioni randomiche secondo disponibilità energetica.

Stop.

Fare l’amore, ballare, dormire. Stop.

Buone vacanze a tutti.

Stop. Stop. Stop.