Il discorso tipico dello schiavo

2009 marzo 5
di Sophieboop

No, non è il tipo di schiavo che pensate voi. E’ molto più simile alla conclusione di nausea.

Noia

2009 marzo 5

Tutto questo stare a letto mi fa male.
Da sola, a far niente. Io contro la nausea. Io contro il termometro.
Poi è normale che mi vengano strani pensieri e voglie perverse.

Tipo: comprarmi un paio di scarpe con il tacco altissimo. Ma che siano comode.
O fare un giretto nella mia erotic-boutique preferita a comprare qualche giochino interessante. Delle pinze per capezzoli, ad esempio.
O iniziare a giocare con Mr.Squirt, il mio dildo di vetro, sotto le lenzuola.

O chiamare lui, e farlo venire qui, in tutti i sensi. E toccare, frugare e leccare ogni cm della sua pelle.

Avrei anche una discreta voglia di farmi legare, cieca, e di abbandonarmi alla sua fantasia.

Oppure di fare lo stesso con lui.

Ho voglia di sentirmi piena di un altro corpo per svuotare il cervello. Godere, piangere dopo magari.

A dirla tutta, credo che mi farò bastare un dito. E una sigaretta.

Cacchio, mi sono iniziati i crampi da cicloflusso.

Nausea

2009 marzo 4

Questa notte sono stata proprio brava. Sono riuscita a non vomitare sulla moquette.
Certo, per farlo ho dovuto ingoiare il rigurgito che saliva mentre io scendevo le scale, cercando di raggiungere il cesso, ma ho capito che questa volta era un obiettivo impossibile e così mi sono dovuta accontentare del parquet. Ho sboccato proprio tra la porta di camera mia e il corridoio. E ho sboccato talmente forte da svegliare mia madre, che ovviamente nell’accorrere per assistere alla fontana umana ha messo un piede nel mangia e bevi che c’era per terra. Peccato sia arrivata tardi e sia persa tutto le spettacolo, senza riuscire a vedere neanche un getto, ma solo me piegata come il segnaposto in cartoncino sul tavolo di un ristorante.

È stato così che ho conosciuto Bacinella, la mia grande amica. Bacinella ora è sempre con me, come un assistente per persone psicolabili. Solo che io sono gastrolabile. Quando mangio il riso in bianco, mentre sono sulla tazza del cesso sfogliando il catalogo dell’ikea e anche mentre scrivo questa cagata di racconto, Bacinella è sempre al mio fianco, pronta a raccogliere su di sé i miei sfoghi. Ci ha presentate mia madre dicendo: “toh, usa questa, così non ti devi alzare”. Io tengo in braccio Bacinella, rannicchiata sugli ultimi gradini della scala mentre mia madre pulisce per terra. È il minimo che possa fare, pulire, visto che con tutta probabilità me l’ha attaccata lei, l’influenza. La guardo mentre passa gli stracci, rapita dalle scie di bagnato che lasciano sul legno scuro e lucido. Sembrano segni di pattini sul ghiaccio, o, il pelo di un cavallo appena sudato. Ma la cosa più strana in assoluto è che sembra che il pavimento non si asciughi mai, come se stesse vomitando anche lui tra le assi, rilasciando piccole quantità lubrificanti del mio acquoso rigetto. Un po’ come “e rilascerà un pellicola protettiva sulla superficie”, solo che non è lucido per scarpe, ma un rancido distillato di stomaco.

Questo è uno di quei momenti in cui ringrazio di non essere economicamente autonoma. Mi chiedo: cosa avrei fatto se fossi stata da sola? Sarei riuscita a trovare la forza di andare in bagno e prendere degli stracci, piegarmi e raccogliere tutto, oppure avrei lasciato seccare il vomito lì dov’era?
Mi chiedo: se vivessi con lui, mi amerebbe ancora dopo avermi vista vomitare? Mi terrebbe la fronte? Pulirebbe il mio vomito come sta facendo mia madre?

Perché la vera grande prova d’amore è lo schifo.
La misura in cui lo schifo ti diventa indifferente solo perché è il mio è la misura in cui mi ami. Prima di fare un figlio è bene verificare quale sia il livello di schifo che lui è disposto a  sopportare, perché poi, quando partorirai vostro figlio, lui dovrà stare lì a farsi stritolare la mano da te, che caghi, pisci, sanguini e bestemmi allo stesso tempo. Quindi è meglio iniziare subito e mettere alla prova il suo stomaco. Lo sai che un pezzo di vomito mi è rimasto incastrato nel naso prima? Me ne sono accorta quando ho visto un pezzo di carota e insalata sul fazzoletto. Sai che quando ho vomitato la prima volta c’erano anche i pomodori del pranzo sulle pareti del cesso? Lo sai che dopo le pareti della mia col erano così lisce e infiammate che sembrava le avessero bruciate con l’acido? Come un’ustione. Quasi dimenticavo che oltre alla diarrea e ai rigurgiti, domani dovrei anche iniziare a perdere sangue dall’utero. Wow. Mi scoperesti anche quando ho le mie cose?

Mentre elaboravo il mio “questionario dello schifo” sono anche andata un paio di volte al cesso, notando incredibilmente come l’odore della mia merda sia lo stesso del mio vomito e lo stesso sapore dei rutti che salgono come valanghe al contrario dal mio stomaco: uova marce. Tornata a letto con le giunture che sembra siano state smontate e rimontate da uno sfasciacarrozze avrei solo voglia di addormentarmi, ma il gusto di acido bruciore persistente che ho in bocca e qualche residuo solido della poltiglia incastrato da qualche parte tra l’esofago a la faringe, non mi danno tregua.

Considerando che per cercare di non vomitare per la terza volta in 2 ore posso stare solo in una posizione, non mi resta altro che intrattenermi con qualche sega mentale. Così, la prima domanda a cui vorrei avere una risposta non banale è: perché mi è presa tutto d’un colpo questa influenza?

Forse i miei anticorpi sono stati messi in cassa integrazione per carenza di risorse energetiche. Probabile. L’indice febbre è salito a 37, 8 °C. Oppure ho visto per troppo tempo “Blob“. O forse è perché c’è chi dice che una donna che non vive da 17 anni potrebbe anche avere un figlio. O perché le donne andranno in pensione a 65 anni come gli uomini ma a parità di ruolo non sono ugualmente retribuite. O forse perché fa notizia una donna che cerebralmente dotata che fa furore in un quiz inglese. Forse perché ho 24 anni, non sono stupida ma sono precaria e non mi sembra di avere la possibilità di farmi la mia vita. O forse ancora perché la politica è ipocrita ed egoista, i media sono strumentalizzati e la gente idiota, codarda, morta. Forse tutto questo vomitare è perché mi sembra che non ci sia una via d’uscita a tutto questo schifo. A parte il mio culo, o la mia boc… fortuna che di fianco a me c’è sempre Bacinella.

Stanca-mente

2009 marzo 4
di Sophieboop

Sono talmente stanca che la sera sono troppo provata persino per masturbarmi. Figuratevi scrivere.

Datemi del Polase.

Zone umide, recensione

2009 febbraio 24

Pare che Zone umide sia stato ispirato a Charlotte Roche da una passeggiata nel reparto igiene intima di un supermercato, tra i vari lactacyd, tampax e lubrificanti vaginali.

Se uno dovesse mettersi a dare un giudizio fruediano della scrittrice in base al libro, francamente credo potrebbe venir fuori una biopsia allarmante di una mente malata e un tantino zozza. Ma fortunatamente la narravita non è un’autobiografia, e quindi si può tranquillamente tralasciare e gustarsi l’invenzione letteraria senza giudizio di sorta.

Confesso che in alcuni passaggi ho fatto fatica a proseguire la lettura, perchè le parole costringevano la mia immaginazione a seguire pensieri al limite del raccapricciante. Un po’ come il racconto di “San Vuotabudella” in Cavie di Palahniuk.

Detto ciò: gran bel libro, scritto sorprendentemente bene, con una semplicità spudorata, ingenua e perversa. Un’unica idea forte pienamente sviluppata in tutte le 191 brossurate. Ottimo finale. Da leggere, se avete un’immaginazione dallo stomaco forte.

Nostalgia epidermica

2009 febbraio 21

La mia pelle soffre la tua assenza
e si rivolta come uno stomaco digiuno
che urla e si contrae
secca di fame
vuota del tuo tocco
della tua bocca
e della tua tortura

La mia pelle smania e sbraita
bramosie inconfessabili
e chiede all’aria
deserta dove sia la pioggia di te
quando la bagni d’amore
di sperma
e dolore

La mia pelle si graffia di grida
reclamando il tuo odore
e piangerà sudore
quando ti assalirà in un abbraccio
per divorarti con il suo cuore
di tenera
carne

Sex in ADV # 37

2009 febbraio 21

Che dire, pubblicizzare un magazine SM marchiando il culo di una donzella con uno sculacciatore brandizzato mi sembra un’ottima idea. E poi mi piaceva l’immagine.

Zone umide

2009 febbraio 16

Se tenessi più a mente la grande lezione del pulp (sesso, sangue e merda) forse forse avrei avuto una remotissima possibilità di riuscire a scrivere un incipit come quello di Zone umide.

Scandaloso, spiazzante, e feticista nel senso sporco del termine.

Praticamente perfetto nella sua pornografia della verità.

La nuova lettura promette bene.

Precariato sentimentale

2009 febbraio 16
di Sophieboop

Tremo
come cristalleria
sul ciglio di un terremoto

Esibizione d’amore 2.0

2009 febbraio 13
di Sophieboop

Oltre ogni pudore

Ti amo