Sex bloggers

2009 marzo 24

Stasera faccio un esperimento di live blogging: sto guardando “Sex blog girls“, un documentario in onda su Lei sulle sex blogger, o almeno, su quelle che sono diventate famose, come Girl with a one track mind (che leggo) e Belle de jour e intanto scrivo.

Dicono che oggi il fenomeno sia in declino. Fino a poco tempo fa, direi da quando ho iniziato a scrivere il blog “a tema” erotico, sapevo che c’era, ma era come essere consapevoli di respirare aria. Dicono anche che il fenomeno non sia nuovo, e parlano di Erika Jong e di altre scrittrici che hanno scritto di sesso, di erotismo e delle loro esperienze parecchi anni prima dell’avvento di internet. Ma chissà perchè, il fenomeno continua a tirare, eccome.

Forse perchè il sesso non può essere in alcun modo ignorato, forse perchè stuzzica il nostro voyeurismo, o forse perchè abbiamo bisogno di sentirci meno soli. Sempre Girl with a one track mind dice che prima di iniziare a scrivere il blog pensava di essere un caso isolato, per quello che pensava e per come si viveva il sesso.
Quello che mi stupisce è che siano tutti blog di donne che sembrano cercare esclusivamente il sesso senza legami, o squillo di alto bordo, come Belle de jour. Quello che sento da parte loro, è una disperata voglia di godersi la vita, e la paura – forse inculcata da una millenaria tradizione di matrimoni tristi e infelici – di legarsi, e di poter godere anche amando per più di qualche sera, invece di scappare.
Mi chiedo cosa ci sia di così terribile nel riuscire ad avere una vita sessuale ed erotica eccitante anche in coppia. O forse è solo meno interessante. Quando ero single in effetti il mio blog era molto più commentato, o forse era solo la mia vita che aveva bisogno di una voce in più e io avevo molto più tempo per scrivere. Come diceva il mio professore di racconto breve, la felicità non interessa a nessuno, e come dimostrano i giornali scandalistici la gente vuole sapere quello che non dovrebbe. Fa notizia un’identità segreta, e non chi ci mette la faccia. Fanno notizia chi ha in qualche modo un’aurea da bello e dannato e i segreti dei bravi ragazzi. Fa notizia l’adulterio, e non il sesso all’interno della coppia.

Non per togliere qualcosa a queste blogger, ma dal taglio del documentario sembra che scrivano cose piuttosto ovvie (cosa che non è), o almeno, cose che anche io ho sempre pensato, e che ho sempre sentito. Certo, raccontano le loro esperienze sessuali in maniera esplicita, raccontano i loro pensieri più intimi. Ma mi chiedo: se le donne (anzi, le persone in genere) sembrano così emancipate, perchè riescono a scrivere di sesso senza il minimo imbarazzo, e non semplicemente a parlarne di persona? Sono sicura che non sia solo una questione di incolumità personale, o di discrezione. Ho sempre detto molto esplicitamente come la pensavo sul sesso, ho sempre rivendicato il mio diritto di godere, di divertirmi e la mia voglia di indipendenza. Ma ci si continua a nascondere ed è come liberarsi di una colpa – che colpa non è – lasciando che sia qualcun altro a confessare al posto nostro.

Parlano ancora di anonimato e di come la scrittura di alcune blogger ne abbia risentito una volta che è stata rivelata la loro vera identità, e ogni tanto penso che forse non avrei dovuto dire mai,  a nessuno, di questo blog. Ma continuo a non provare la minima vergogna per quello che scrivo. E forse perchè cambi qualcosa è necessario dire: “sì, sono io, la penso così e non ne ho alcun pudore” o “è vero, ho fatto queste cose, ho queste fantasie e non c’è niente di male.” E basta.

Peccato che il mondo sia ancora aretrato in molti casi e siano in tanti a scambiare la sincerità con la prostituzione.

Fossile

2009 marzo 23
di Sophieboop

Si bagnava nella vita come una puttana nello champagne. Con la gioia sfacciata di chi non ha niente da perdere.

Champagne

2009 marzo 18

Quando esco dal bagno ti vedo seduto nella luce soffusa mentre ti accarezzi lentamente il cazzo. Mi guardi, seduto a gambe larghe, fai un tiro di sigaretta e mi dici “vieni qui”.

Sul comodino ci sono due bicchieri di champagne, arrivato per direttissima dal banco fresco del supermercato alla camera 133 del nostro hotel. Hai notato che li ho guardati desiderosa di bollicine e mi hai detto “dopo” e di nuovo “vieni qui” con una voce a cui mi sono dovuta piegare. Mi hai avvicinata a te prendendomi per mano, mi hai baciata passano le dita tra i capelli e poi le hai annodate spingendo la mia testa verso il basso, verso il tuo cazzo che mi guardava implorante. E io ho posato le ginocchia per terra e ho iniziato a implorare lui, mentre tu mi dici “succhiami il cazzo”, come se il mio pensiero uscisse dalla tua bocca e rientrasse nella mia.

Chiudo gli occhi e lo amo fino in fondo, finchè non sento la punta morbida che preme contro il palato e imbocca la mia gola. Sento la tua mano stringere i miei capelli più forte e io lo lecco, lo succhio, lo torturo con la mia lingua. Poi il mio sguardo ricade sul bicchiere di champagne e prima che tu possa bloccarmi ne bevo fino a riempirmi la bocca e la riempio ancora di te, avvolto dalle bollicine e dall’alcool. E’ una sensazione che non hai mai provato vero? Ti guardo dal basso con gli occhi sgranati di una bambola, poi li richiudo per concentrarmi. E’ una sensazione strana anche per me e mentre sento un pizzicore umido in bocca cerco di capire cosa devi provare tu, con la carne che gode e brucia allo stesso tempo. So che ti piace, perchè ti mordi un po’ il labbro inferiore e poi dischiudi la bocca ansimando appena, mormorando un “mi fai impazzire” che è quasi una preghiera di smettere. Ma io continuo, finchè non sento che inizi ad abituarti e a sentire il liquido più caldo e il tuo godere più denso, poi ingoio di colpo lo champagne e ti faccio entrare e uscire dalla mia bocca come una sirena che emerge e si rituffa nel mare. L’aria è più fredda della tua carne ora e ti fa tremare appena.

La mano è sempre sulla mia testa e preme sempre di più mentre mi scopi e ti fai scopare, con la mia mano che scorre come solo io so che ti piace e l’altra stretta sulla tua gamba, per sorreggermi e farti un po’ male. Sento che il tuo cazzo mi riempie la bocca, lo sento pulsare sotto i colpi e i sussurri della mia lingua, che risale sfiorando e lambendo quel filetto di pelle sottile, mentre succhio la cappella come un frutto della passione e poi chiudo gli occhi e lo avvolgo tra le labbra strette fino alla base e sento che la tua carne si contrae e il tuo orgasmo caldo che mi inonda la bocca e lo bevo come fosse champagne. Ma invece di fermarmi ed educatamente pulirmi le labbra, continuo a succhiarti e a leccarti mentre continui a godere, quando inizi a urlare in bilico tra il piacere e il dolore, finchè non dici basta. E io continuo finchè non dici basta altre 2, 3, 4 volte. Allora, quando ti sento esausto e disperato nel buio dei tuoi nervi, la mia bocca ti libera  e lascio che lui si accoccoli nel palmo della mia mano, come un passerotto morbido e tremante.

Ti guardo, hai la testa reclinata all’indietro e respiri forte. Il tuo cuore pulsa tanto che lo sento anche senza appoggiarmi al tuo petto. Allungo una mano e accendo una sigaretta. Svuoto in un sorso il tuo bicchiere di champagne e quando riapri gli occhi ti dico: “chi è il sadico, adesso?”.

Sorridi e mi baci la fronte. Mi stringi a te.

La tua pelle è la mia casa.

Pensieri e porcate

2009 marzo 17

Oggi pensavo a quali giochetti interessanti si potrebbero fare con una rotella da cucina, di quelle che si usano per fare i bordi frastagliati delle crostate.

E poi leggevo di un tizio giapponese (sempre loro, i giapponesi!) direi stagionato che è diventato un famigerato attore porno dopo essere andato in pensione, e mi chiedevo se farò e come sarà fare sesso da ultra-sessantenni, con tutti i tessuti rammolliti e grinzosi e senza dentiera. Credo che mio marito, se vorrà fare sesso con me a quell’età, dovrà amarmi ancora molto. E credo che dovrò amarlo molto anche io. Chissà forse è proprio nei momenti in cui non c’è più niente da guardare che si riesce a sentire meglio.

E poi pensavo anche che mi piacerebbe cucinare dei dolci e farmi trovare tutta nuda e sporca di farina, burro e uova, con una goccia di latte che scende dall’angolo ella bocca, pronta da leccare.

Pensavo che vorrei tanto fare l’amore, semplicemente l’amore, e baciare per ore.

E pensavo anche che ci sono un sacco di sostanze che assomigliano allo sperma, come il sapone liquido, la colla diluita, alcuni struccanti e quella strana bevanda araba salata a base di yogurt.

A dirla tutta, penso anche che avrei voglia di dormire, e non pensare a niente.

La verità, tutta la verità, sulle dimensioni del pisello

2009 marzo 16

Le dimensioni del pene contano?

Le dimensioni del pene contano?

Siamo sinceri. Lo sappiamo noi e lo sapete voi. Non è vero che le dimensioni non contano.

O meglio, non contano poi così tanto entro un certo intervallo, diciamo tra i 12 e i 24 cm,  in cui sono compresi i piselli mediamente ottimali per raggiungere l’orgasmo.

Certo, poi ci sono la misura circonferenza e la forma (se ci fate caso di vibratori specifici per il punto g hanno una particolare forma ricurva) che hanno una certa importanza, ma al di sotto dei 12 cm potrebbe essere difficile riuscire a venire “senza mani”, mentre al di sopra dei 24 cm si rischia anche di fare male, soprattutto se si ama il sesso lato b.

Dopotutto, anche noi donne abbiamo delle dimensioni. Non siamo mica borse di Mary Poppins.

XXX pussy: depilazione totale

2009 marzo 12

Sono a dir poco esaltata.

Ho appena scoperto e collaudato una nuova posizione per auto-depilarmi l’inguine in stile porno.

Non ho il tempo e neanche i soldi di andare dall’estetista ogni due settimane, che poi non c’è neanche una grande differenza, visto che anche con 80 € al mese non sei mai  del tutto a posto, perchè c’è la ricrescita, bastarda, che di certo non sta ad aspettare i tuoi comodi per comparire.

Così, io faccio da sola, tutte le settimane: rasoio sulle gambe e silk-epil all’inguine, che riesce a strappare anche i peli più corti. Al massimo si spezzano, ma tanto succede anche con la ceretta e poi dovresti star lì a ravanare munita di lente d’ingrandimento e pinzette scarnificanti.

L’ultima volta che sono andata dall’estetista è stato per fare la ceretta integrale alla passera. Un’esperienza orribile. La pelle mi ha fatto male per due giorni.

Quindi, considerando che riesco a realizzare una discreta mohikana (la passera con solo una sottile striscia di peli sul monte di Venere) tutta da sola, ho preferito continuare con il vecchio metodo. Ovvero, mettere alla prova l’elasticità del mio corpo in una serie di posizioni tra il ginecologico e lo yoga, e passare l’epilatore infernale senza pudore e senza paura. Cerco sempre di fare il più in fretta possibile, per concentrare il dolore: tanto ci si abitua. Se poi mi depilo quando sono arrabbiata tanto meglio, perchè sento meno male mentre sradico di peli con violenza pensando che sia l’inguine di chi mi ha fatto infuriare.

Ebbene, la posizione che ho sperimentato qualche giorno fa per depilare la parte sotto dell’inguine (per la parte frontale mi basta stare in piedi e tendere bene la pelle) è quella in cui si mettono i neonati per cambiargli il pannolino: distesa, con le gambe allargate e piegate, facendo quasi una mezza capriola. Così la pelle è tesa e si riducono al minimo traumi e dolore. E poi viene da Dio. Non potendomi guardare più di tanto devo andare “a tatto” per giudicare la qualità della mia opera depilatoria, e vi assicuro che dopo aver usato questo metodo non c’era più neanche un peletto dalla metà delle grandi labbra fino al buco del culo.

Stasera chiederò conferma a chi di dovere.

MiSex 2009

2009 marzo 11

Ebbene, alla fine sono guarita e domenica sono riuscita ad andare a MiSex.

Devo dire che la prima volta ero più emozionata, e decisamente più curiosa.  E’ stata una grande esposizione tra cazzi di cioccolato e tette rifatte più o meno bene in bella vista, e un’occasione di fare qualche chiacchierata con alcune conoscenze e di farne delle nuove.

Ho conosciuto Franco Trentalance e devo dedurre che nel suo caso la legge della L sia fondata.

Ho fatto incetta di regalini nello stand della Vitalis, di cui avevo già provato i preservativi in taglie che vanno dalla xs alla XXL (hanno anche un packanging fighissimo!). In particolare, ora sono dotata di una serie di simpatici gadget che cercherò di provare al più presto: n°1 anello vibrante (non l’ho mai provato); n°1 minivibratore da borsetta che capita a fagiolo visto che mi sono appena sbarazzata di quello vecchio; preservativi extra resistenti (per il lato B)  riscaldanti (stimolanti), raffreddanti (ritardanti) e… fluorescenti. Con questi ho già pensato a qualche giochetto tipo rapimento degli alieni alla XXXFiles.

Ho fatto una chiacchierata con il rappresentate della SinFive, che oltre a dei sex toys molto molto carini, ho scoperto che fa anche arredamento sexy molto roarrrr, tipo: un enorme letto tondo con nastri rossi per il bondage che quando ti sdrai ti sembra di essere su un marshmallow, o altri lettini molto interessanti imbragature… Quello che ci siamo detti, in sostanza, è che in Italia la libertà sessuale – intesa come naturalezza e serenità nel vivere il sesso e l’amore – è ancora molto aretrata, che spesso gli uomini vivono la presenza di un dildo come un sostituto del loro pisello (cosa che non è assolutamente!!!), e che spesso siamo noi o il partner, con un atteggiamento poco “aperto” a non permetterci di ammettere e mettere in pratica le proprie fantasie.

Ho fatto un salto anche allo stand Pervert e ho provato il trampling, con e senza tacchi. Ero impauritissima, perchè avevo paura di far male e schiacciare le costole o peggio qualcosa d’altro ai ragazzi che calpestavo, ed è stata un’esperienza stranissima: un po’ come essere su un trono, un po’ come camminare su un letto ad acqua, o su uno di quei cuscini ortopedici che si adattano al corpo e poi riprendono la loro forma. Strano, davvero.

Ho fatto un po’ di foto.

Ah, e ovviamente mi sono mangiata con gli occhi le ragazze danzerecce.

Coitus interruptus

2009 marzo 10
La quaglia è un uccello che salta

La quaglia è un uccello che salta

Diciamolo: il salto dello quaglia (o coitus interruptus) dovrebbe essere bandito come sport olimpico.

Pare infatti che siano molti gli uomini che si dilettano nella disciplina, allenandosi a fare a gara contro se stessi o contro le performance di amici, conoscenti e leggendari eroi del sesso alla ricerca di nuovi record: il getto più lungo e quello più corto, luogo di destinazione dello sperma (tipo tiro al bersaglio: se colpisci l’occhio vinci un mega pupazzo di carta igienica e mascara diluito), la sborrata più fulminea, quella più tempestiva, quella più difficoltosa perchè si è dovuto lottare addirittura contro l’universale legge di gravità durante la lotta greco-romana con la partner. Pare sia anche molto in voga paragonare le proprie gittate extra-passera a famosi film, come Fuori in 60 secondi, Indiana Jones e l’ultima sborrata, o Terminator: eiaculazione finale.

E poi, ci sono quelle che non si raccontano mai, di quaglie saltate: quelle che sono storte. O dritte, dipende dai punti di vista.

La verità è che ci diamo (noi donne) e ci danno (gli uomini) sempre delle ottime scuse per tentare l’impresa in questo bel jackass: non è mai successo niente a nessuna, sento/iamo di più, è più emozionante, è rischioso! fico!, il preservativo mi dà fastidio, il preservativo me lo ammoscia, il preservativo è troppo piccolo, mi stringe, mi fa male, ti tira i peli.
Che palle.

Compra dei preservativi più grandi oh tu uomo dalle risorse mentali limitate! E se proprio vuoi venirle addosso ci sono tanti altri contesti che non il coitus vero e proprio!

Oltre gli effettivi rischi clinici (gravidanze indesiderate e malattie sessualmente trasmissibili, ad esempio), per le donne la maggiore controindicazione del salto della quaglia ( che ricorda molto il tiro al piattello) è l’ansia. Che tende simpaticamente a logorarti nei giorni pre-mestruo, instillando dubbi che neanche Iago… figuriamoci poi se il ciclo tarda di qualche giorno. Sbattimento garantito. E il bello è che a volte è proprio lo stress derivato dal dubbio a provocare il ritardo. Si chiama effetto psicosomatico.

Ebbene, voi/noi donne (e si perchè anche noi donne abbiamo la nostra parte, dopo tutto il corpo è nostro, no?!) e uomini che fate saltare gli uccelli, sappiate che in farmacia si desta ben più scalpore (e invidia!) a chiedere una confezione di preservativi XL, piuttosto che un test di gravidanza o una pillola del giorno dopo.
Così eviterete di fare la figura delle quaglie dei polli. Capito?

Moana porno-revolution

2009 marzo 8
moana porno-revolution

moana porno-revolution

“Beh, anche Moana aveva una tetta più piccola dell’altra”. Questa è stata la prima frase che ricordo di aver sentito riguardo Moana Pozzi, quando ero io un essere in piena pubertà e lei era già nota anche ai non pornografi (e chi non lo è?) grazie a L’araba fenice, in cui faceva la critica di costume nuda o “vestita” solamente di un cellophan trasparente.

Poi ho sentito dire di lei che era una pornostar (a quell’epoca questa parola aveva solo il fascino delle “cose da grandi”), che era bella e anche molto intelligente.

Quello che mi aveva colpita anche da bambina, senza averla mai vista fisicamente, era proprio l’idea di una bellissima donna, disinibita e libera, intelligente, che scandalizzava il mondo ipocrita con la sua sfacciataggine. Come se stravolgesse l’intera teoria degli insieme le regole di bella e ordinata calligrafia. Per me, Moana Pozzi era una ribelle, una rivoluzionaria.

Ieri sera sono andata, dopo tanto tempo, a vedere uno spettacolo teatrale: Moana porno-revolution, al Teatro Litta di Milano (fino al 15 marzo), con Irene Serini per la regia di Marcela Serli.

E’ uno spettacolo semplice, fatto di poche luci ben giocate e di ombre dense, di una scena vuota e di una sedia, di voci e pensieri di passaggio nel corpo dell’unica, eccezionale, interprete. E’ uno spettacolo emozionante, che mi ha scossa, smossa, risuonando dentro di me come quando per Moana

il porno è arrivato come un grido di libertà.

E Moana porno-revolution non è altro che  il grido di libertà di una donna, Anita, che è tutte le donne, è  il racconto della sua ossessione per Moana e la sua rivoluzione sessuale: una rivoluzione che è pornografica perchè è senza pudori, elusioni e senza effetti speciali. E’ il coraggio e la cronologia di essere stessi ed inseguire un desiderio intimo, profondo, insopprimibile di godere di questa vita. E’ la libertà diventare ed essere Moana: gettare la maschera per scoprire e vivere la propria personale e spudorata verità.

Moana porno-revolution è arrivato al mio cuore, con la violenza di un orgasmo dopo un’anestesia.

Una mia piccola nota linguistica: il verbo to moan in inglese significa gemere.

8 marzo al MiSex

2009 marzo 6
Mi Sex

Mi Sex 2009

Se tutto va bene (ovvero: se mi passa questa dannata influenza vomitina), domenica sarò a Mi Sex per festeggiare la festa della donna, con le donne. Nude, ovvio. Perchè a me gli uomini unti e svestiti non piacciono proprio e le donne ballano e si spogliano decisamente meglio.

Ah, la mimosa puzza.