Cum-cake
Voglio prepararti una bella torta per quando tornerai a casa stasera. La preparerò con tutto il mio amore. Così, sarà più buona.
Ingredienti: 4 mele renette, 75 gr burro, 80 gr zucchero, 2 uova, 200 g farina, ½ bustina lievito polvere, ½ bicchiere latte, cannella, succo di un limone, zucchero a velo
Prima di iniziare, mi spoglio completamente, per non sporcare i vestiti. Li piego accuratamente, appoggiandoli sulla sedia. Raccolgo i capelli in cima alla testa, in una crocchia stretta. Li fermo con le forcine, che scelgo una ad una dalle labbra. Prendo il vinile di Ella, lo appoggio sul piatto, la puntina si abbassa, un brivido gratta, inizia a girare.
Sculetto un po’, mentre apro le tende.
Torno in cucina, attraversando la finestra di luce. Mi illumina di un rosa che sfugge nel bianco della nostra casa, ma che si imprime, per qualche istante, nelle pupille buie di qualche vicino. Prendo il grembiule rosso dal cassetto a sinistra, nella credenza. Lo indosso, fermandolo con un grosso fiocco dietro la schiena. Indosso le scarpe alte, rosse anche quelle. Sembro una ciliega a cui qualcuno abbia già dato un morso, rivelando sotto la buccia lucida la polpa più chiara, appena colorata di dolce, quasi acerba.
Mi lavo le mani, sono pronta a iniziare.
Peso accuratamente gli ingredienti, disponendoli in piccole grandi ciotole, e già inizio a sporcarmi.
Il burro. Lo racchiudo in un foglio di alluminio e poi tra i miei seni, dove inizia a scaldarsi. In fretta, si scioglie a contatto con la pelle. E’ importante che sia ben ammorbidito, per amalgamare l’impasto. Un rivolo trasparente scende ripido lungo l’addome, impregna la stoffa del grembiule in una piccola macchia scura, che a poco a poco si allarga, umida.
Con le dita sporche di farina la tampono un po’.
Unisco già la farina al lievito, muovendo in fretta il setaccio tra le mani. Ogni volta mi sembra una magia, resto a bocca aperta, vedendo quanto l’impasto si riesce a gonfiare.
Nuvole in polvere si sollevano, la farina soffice si appiccica distratta ovunque, dove non sono asciutta. Sulle guance, nell’incavo del braccio. Sembra che arrivi anche sotto, tra le gambe.
Misuro lo zucchero, aggiungo già un pizzico di sale. Non dovrà essere troppo dolce, no, solo quanto basta.
Misuro il latte versandolo dal cartoccio nel bicchiere. Mi schizza. Altre macchie bianche sul grembiule, sulla pelle. Da lì, le raccolgo felina, a piccoli colpi di lingua.
Soppeso le uova tra le mani, sono fresche e piene.
Spremo il limone, sbuccio le mele, le taglio a fette. Stillano succo, aggiungo altro succo.
Prendo il cucchiaio, quello con il buco al centro, che fa scorrere meglio l’impasto. Lavoro per bene il burro morbido con lo zucchero, finché non è spumoso. Quel riccio brillante sul bordo della scodella è troppo invitante per non essere leccato. Quella forcina era troppo debole per quella ciocca di capelli, che ricade sciolta sulla spalla.
Rompo un uovo, poi un altro. Giro, impasto, sempre nello stesso verso. Sempre con lo stesso ritmo, ipnotico. Sempre con lo stesso movimento, circolare, sollevando l’impasto dal basso verso l’alto. Ancora, ancora, finché il rosso e il bianco, il ruvido e il morbido, non si possono più distinguere, finché non sono uno nell’altro, una cosa sola. La fronte si imperla di sudore, i denti mordono le labbra, i muscoli bruciano. Lo sforzo meccanico si appaga con il profumo di un pensiero, di un appetito che sta venendo dalla pancia, risalendo la gola. Canto, e un’altra ciocca cala. Il fiocco sulla schiena si allenta.
All’improvviso mi sento nuda, per colpa di un respiro del vento, che mi prende alle spalle. Il seno sussulta, i capezzoli si affacciano al bordo del grembiule, il mio collo ti cerca. Come se tu, in fondo, mi stessi spiando.
La farina, sì. La farina sospira, si appiccica ai bordi della scodella. Il latte l’annega, risucchiandola poco a poco nel vortice cremoso dell’impasto. Come un bacio.
Come un segreto. Ecco, aggiungo un cucchiaino di cannella. Mi riporta a notti d’oriente, a treni e camere di albergo. Lontani. Così lontani. Così vicini a quel pensiero, a perdermi.
Stavo quasi per dimenticare le mele. Eccole, si rigirano nell’impasto, felici, facendo spiccare le loro lune.
La tortiera si riempe, la infilo nel forno. 50 minuti a 200°. Sbircio dal vetro: dal profumo – dal pensiero – mi sembra già di poterla gustare.
La terrò in caldo per te, per quando verrai. Per festeggiare.
Voglio prepararti una bella torta per quano tornerai a casa stasera.
Ciambella di mele
100 g di burro
250 gr di zucchero
2 uova
275 gr di farina
125 ml di latte
la buccia di un limone grattuggiato
2 mele tagliate a fette sottili
succo di limone q.b.
una bustina di lievito
tutto il mio amore per te
cuocere a 180° per 40 minuti
Prima di iniziare, mi spoglio per non sporcare i vestiti di impasto e indosso un grembiule di cotone rosso, che arriva a coprire le mie gambe appena sopra il ginocchio. Si allaccia con un grosso fiocco dietro la schiena. Me l’ha regalato tu.
Poi, attacco il giradischi con il vinile di Ella Fitzgerald – mi hai regalato tu anche quello – e inizio a preparare gli ingredienti.
Per far ammorbidire il burro, lo taglio dal panetto e poi lo racchiudo per bene in un pezzo di carta stagnola. Lo infilo nella scollatura del grembiule, tra i miei seni.
Peso lo zucchero e la farina, ponderando accuratamente ogni dettaglio per stasera. Voglio che l’eccitazione sia precisa, al mg.
Misuro il latte nel bricco graduato, versandolo dal cartoccio.
Prendo la bustina del lievito dall’armadietto sopra il fornello. Poi le uova, le mele e il limone dal frigorifero.
Ciao, é un po’ di tempo che seguo il tuo blog e volevo farti i miei complimenti, semplici e sinceri.
Se qualcosa di diverso, un frutto dal gusto unico, in un mondo web in cui il porno estremo é diventato appiattimento, dove passata l’ubriacatura e l’overdose di immagini di ogni genere la mente resta intorpidita e poco ricettiva per concedersi una piccola erezione mediatica.
Sono stato per un paio d’anni ossessionato dal porno e ho supplito in solitario davanti allo schermo carenze e silenzi che alzavano muri invisibili tra me e la mia partner. Poi sei arrivata tu, e leggendo ho scoperto una dimensione dell’eros al femminile. Ne ho esplorato gli anfratti e sono arrivato ad abbattere quel muro, tanto che dopo 15 anni di sesso stanco e meccanico per me, ed una sessualità nel suo globale mai esplorata da parte di mia moglie, amiamo dire che viviamo un miracolo, dentro il quale si genera la voglia ed il desiderio, che parte dal sesso, ma va oltre, verso il desiderio di costruire e progettare insieme una vita nuova.
Sei veramente speciale, Standing Ovation per te!
Dario
Ciao Dario,
grazie davvero per il tuo commento. E’ bello sapere che qualcosa di quello che fa stare bene anche me faccia stare bene anche gli altri. Sono profondamente felice per il vostro miracolo e spero che possa ripetersi per tante altre persone, indipendentamente dal fatto che leggano il mio blog o meno.
E’ curioso che anche tu abbia usato l’espressione “erazione mediatica”: è la stessa della categoria dove insierisco i post sulla pubblicità e il sesso.
Un semplice e sincero abbraccio.
So*
Questa è la sophie che piace a me!! brava!!
Felice che sia piaciuto. Era un po’ un esperimento…
So*
Bello, ma… 50 minuti in forno?!?!
eh sì. La torta cmq rimane piuttosto bagnata, perché ci sono tante mele Ah, la ricetta è vera e buona, la faccio abbastanza spesso!
So*
complimenti, sai anche cucinare, sei proprio una ragazza da sposare.
Il mio quasi-marito dice: “eh, l’ho scelta bene!”
So*
Ps: cucinare mi piace molto, vorrei solo avere più tempo per farlo!
che sei adorabile, ma devi abbassare la temperatura
Gran bella ricetta, ma soprattutto gran bella preparazione…
Se vuoi fare delle sfrappole buonissime, qui trovi la ricetta.
=)
Grazie mille!
So*
Sei riuscita a farmi bagnare la cappella con una ricetta di cucina.
Spennellare con l’albume per rendere la superficie più lucida…
SONO “COTTO” !!
eheheh!
Ciao ho appena scoperto il tuo blog e sono rimasto semplicemente affascinato. E’ da un pò che vago in rete alla ricerca di qualcosa di un pò più “cerebrale” diciamo. Il sesso ha così tante sfaccettature e sfumature, mentre invece siamo sommersi da una marea di materiale “da palestra” che sinceramente ha stufato abbastanza. Ho già messo il tuo blog tra i preferiti e sono sicuro che lo seguirò avidamente. Questo è il mio primo commento e ho deciso di scriverlo in questo post perché l’ho trovato davvero sensazionale…un misto di sensazioni sublimi. Davvero complimenti, sei bravissima!
@Jojo: Grazie! Io felice
So*