Zurigo, giorno 1
Nonostante gli orologi, Zurigo sembra una città fuori dal tempo. Zurigo è dentro al tempo.
Dentro il presente post-industriale di Zurich-West, dentro l’Ottocento romantico di una pasticceria con le luci soffuse e la musica di un piano forte suonato dal fantasma della tecnologia, dentro la fiaba di locali che illuminano l’edera con lucciole multicolore affacciate su un bagno per uomini, dentro il passato-presente-futuro dei porticati che si snodano e raccoglievano gli amanti, dentro il fiume che viaggia incessante, travolgendo il ritmo e i respiri.
Anche arrivare è stato veloce.
Il treno scorreva, passava veloce tra le chiacchiere con i compagni di viaggio e i paesaggi. Verde, tanto verde e animali che pascolano liberi, cavalli, vacche e pecore e poi acqua, tanta acqua che spunta dalle terra ricordarci di cosa siamo fatti. Acqua che poi diventa sudore, l’acqua che bevo da una bottiglia di plastica domani farà sudare il mio corpo danzante. Ma per domani c’è tempo. C’è la notte in cui voglio riposare e fare l’amore per celebrare l’amore – il nostro – e quello che sento nascere per questa città.
Il tempo di sistemare i bagagli in albergo – adoro gli hotel e questo è speciale, mi conquistano i tappeti zebrati, la parete di vetro e una piccola papera di plastica sul bordo della vasca – e di mangiare un bratwurst con pane nero e senape in un baracchino in stazione e poi i piedi iniziano a muoversi per esplorare la città con la guida.
Campanelle bianche che sono calici per le api circondano reti – nidi – di ferro, due tubi enormi sbucano dal terreno come ricurve dita di lamiere brillanti.
Un viadotto trasformato in culla di negozi, bar e idee, concetti forti in ferro battuto, il negozio della Freitag ricavato da una pila di container, un parco, un dopo scuola dove far giocare i bambini, le strade pulite, senza merde da schivare, senza mozziconi, il cielo che si apre sopra di noi e la piazza dei tigli che non è mai cambiata negli ultimi 700 anni da cui ho guardato il panorama solo da lontano perché il fiume che correva rapido al di sotto era troppo sotto e io soffro di vertigini.
Angoli romantici, strade commerciali, tram silenziosi, una pasticceria dove i sentono voci scalare le epoche, un delizioso pasticcino snob al lampone, due ragazze che camminano tenendosi per mano, due ragazzi che si baciano su una panchina lungo il fiume, la Condomeria in pieno centro con i vibratori in vetrina, altri negozi di lingerie, sempre con sex toys in vetrina e nessuno che urla allo scandalo.
Poi di nuovo in hotel, poi di nuovo mangiare, poi sempre stupirsi, poi sempre respirare. E’ notte, ma lo sento sempre. Il ritmo fremente, appassionata, un po’ folle, poi di colpo si calma, poi sogna. E’ il ritmo incessante della vita che qui detta legge.
Domani ci sarà da ballare.
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- “Zurigo, giorno 1″ (by Sophieboop) « Il blog di Zurigo Turismo
sulla home del corriere c’è la foto di due signorine in vestito di calze a rete ma il vestito è bianco e sotto indossano il reggiseno.
la mia era nera, con prese d’aria laterali… e poi sopra avevo la maglietta I love squirting, quindi in pratica sembrava avessi dei collant con sopra delle morbidissime coulotte di pizzo bianco e nero
Mi sono divertita davvero un sacco!
So*
@Sophieboop: ho visto la foto su twitter, stavi molto bene.
Grazie!
So*
Buon divertimento… è superfluo dirlo vero?
Mi incuriosisce molto l’hotel, mi intriga parecchio, la paperella sul bordo della vasca è fantastica.
Ciao! Ormai mi sono già divertita, racconterò a breve!!! Esperienza fantastica, ho ballato fino allo sfinimento
L’hotel era molto carino, la paperella si poteva acquistare alla reception per portarla a casa come souvenir… adesso è su una mensolina del mio bagno… peccato non fosse vibrante!
So*