La passera solitaria
Se ne stava al davanzale, la passera solitaria, con la bocca impastata e i capelli arruffati.
Appoggiata alla finestra ruvida, sognava un nido di arti intrecciati e la morbidezza stretta di un abbraccio. Per simularlo si cingeva da sola, con le braccia ingessate attorno al petto e le dita che ghermivano un lembo di pelle sfuggito alla stoffa.
Era inverno. Era sola. Era vuota. La sua stanza era vuota. La sua vagina era vuota. Una terra desolata. E il suo cuore, un duro terreno sterile.
Guardava dall’alto i bambini che andavano a scuola e le teste dei passanti avanzare sull’asfalto sicuri, meccanici. Pilotati. Prigionieri di binari prefabbricati.
Voleva solo spiccare il volo e assaggiare il sapore freddo del vento e invece stava lì ferma, paralizzata dall’altezza della sua solitudine, a cercare di vedere ancora i solchi nel cielo fatti da chi se n’era andato. Senza far rumore.
Si ritirò nel suo cumulo di lenzuola sfatte. Erano fredde anche quelle, vuote anche quelle. Ma si mise a riscardarle per chi sarebbe venuto, persino se fosse stata lei sola. Aprì le gambe come ali nude e si avvicinò al suo cuore con la punta delle dita.
Si pizzicava con il becco delle unghie, si strofinava con i rilievi delle nocche, si buttava in picchiata in quel cielo di carne che a poco a poco pioveva, gridava, lacrimava. Un cartone di latte era rimasto aperto sul tavolo dell cucina. Un vibratore sporco avvolto nella carta igienica sul suo comodino. Un corpo lasciato nel letto per essere preso. Le sue pelli umide cinguettavano gemiti e i vestiti spogli sul pavimento erano piccole briciole per richiamare altri uccelli.
Ma loro non sarebbero mai venuti, truffati troppe volte dai cacciatori.
Così venne lei e venne così forte che l’eco del suo orgasmo le disse che non sarebbe mai più stata sola.
Altri pensieri:
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questo blog è sempre più interessante…
brava. mi hai fatto tornare in mente “sei ottavi” di Rino Gaetano”.
Mentre la notte scendeva stellata stellata
lei affusolata nel buio sognava incantata
e chi mi prende la mano stanotte mio Dio
forse un ragazzo il mio uomo o forse io
lontana la quiete e montagne imbiancate di neve
e il vento che soffia che fischia più forte più greve
e che mi sfiora le labbra chi mi consola
forse un bambino già grande o io da sola
passava la notte passavano in fretta le ore
la camera fredda gia si scaldava d’amore
chi troverà i miei seni avrà in premio il mio cuore
chi incontrerà i miei semi avrà tutto il mio amore
la luce discreta spiava e le ombre inventava
mentre sul mare una luna dipinta danzava
chi coglierà il mio fiore bagnato di brina
un principe azzurro o forse io adulta io bambina
mentre la notte scendeva stellata stellata
lei affusolata nel buio dormiva incantata
chi mi dirà buonanotte stanotte mio Dio
la notte le stelle la luna
o forse io…
che bella…
So*
Una solitudine che conosco. In gamba, Sophie.
“la sua vagina era vuota”, questa frase ha la stessa forza di un treno merci che, a tutta velocità, si schianta contro un muro.
Brava!!
Sus
questa passera solitaria mi ha fatto venire in mente la “passera scopaiola” che pensavo fosse una leggenda metropolitana. Invece esiste davvero con il suo bel nome linneo di “prunella modularis”, che mi piace anche di più di passera scopaiola.
http://it.wikipedia.org/wiki/Passera_scopaiola
complimenti a Sophie e anche a Ippaso. E’ un gran piacere ogni tanto passare di qui e farsi sorprendere da un erezione inaspettata.Bravi/e bene, bis.
Che dire, sono felice che abbiate apprezzato questo tentativo narrativo, un assolo di solitudine, un monologo di silenzio.
So*
in effetti alcune figure retoriche meriterebbero di essere segnalate,ma io rimango sempre preso dal tuo urlarti al mondo:ti ci poni davanti e ti imponi alla sua vista,e volente o meno deve per forza notarti…
baci
ciao
Beh, questo era più che altro un racconto, quindi non so se in questo caso “mi sono urlata al mondo”… cmq grazie mille per i bei complimenti
So*
sei andata a leggere il blog di ramisecchi??
ramisecchi.wordpress.com ..
questa passera solitaria potrebbe essere anche lei.
Un racconto urla molto di se stessi… e degli altri…
Dici cose che quasi nessuna donna avrebbe il coraggio di scrivere, quindi penso che in molte siano arrossite trovando se stesse in queste parole.
@Tukuna: l’ho letto sì, a prima vista potrebbe anche essere lei… o forse siamo tutte noi?
@ippaso: Beh, allora sono felice di averlo scritto
So*
http://www.cauntrifleg.wordpress.com
per la passera che non deve chiedere mai.