Messa a nudo sulle donne
Se mi spogli, ti accorgerai che io sono diversa. Se osservi attentamente la mia nudità, noterai che io non ho un cazzo tra le gambe. Ma se ci pensi bene, capirai che anch’io ce l’ho: tra le orecchie.
Il cervello è il cazzo delle donne. Sì, ce lo siamo proprio messo in testa.
D’altra parte siamo esseri umani, e ci piace complicarci la vita. E se siamo donne, ci piace ancora di più, tanto da collocare il Gral del godere nell’organo più misterioso che abbiamo, il cervello. E ovviamente per attingere a questo calice dobbiamo prima aggirare dei pericolosi tranelli alla Indiana Jones. Come se volessimo nasconderlo, o forse proteggerlo. Persino a noi stesse.
Certo, anche gli uomini godono con il cervello e hanno bisogno di feeling mentale, fantasie, eccitazione, e di un ammasso gelatinoso che riesca a rielaborare uno stimolo fisico per renderlo piacere, ma forse visto che da secoli la sessualità viene interpretata secondo una visione fallocentrica dell’universo, possono – o meglio, riescono – a lasciarlo un po’ più da parte.
Noi, no. Noi dobbiamo incasinarci la vita. O meglio, ce l’hanno incasinata visto che anche noi “donne moderne” ci troviamo a convivere con un karma sessuale che affonda nei secoli e si porta avanti piccoli detriti di vite e culture precedenti. Come se la biologia non ci avesse dotate oltre a tante cose spiacevoli come il mestruo e il dolore del parto anche di un simpatico organo il cui unico scopo è farci godere, il benemerito clitoride. Un organo che nelle sue ridicole dimensioni ha ben 8000 terminazioni nervose, circa il doppio di quelle che ci sono su un ben più imponente glande. Eppure il suo orgasmo vale meno.
E non sempre riusciamo a godere di tutte le sue 8000 potenzialità: forse perché non ce l’hanno insegnato, o forse perché non l’abbiamo (ancora) imparato, visto che non nell’immaginario dominante non è una prova valida della possente sessualità maschile. Perché questo orgasmo è solo nostro.
E vogliamo parlare della scopata senza mani? Di quante donne non raggiungono, accolgono, sentono, l’orgasmo in questo modo, nonostante l’iconografia classica della scopata ci voglia tutte orgasmiche coitali? Vogliamo contare quanti filtri bisogna disattivare per far arrivare quella spinta su, al cervello, facendola passare dal cuore, e poi farla tornare giù, a farci stringere la fica in spasmi di piacere? Perché a volte immaginiamo parole sbagliate, perché immaginiamo le cose diversamente da come stanno, e non sappiamo riconoscere una rosa se abbiamo sempre avuto in testa un giglio. Perché a volte qualcosa ci trattiene, perché a volte non riusciamo a lasciarci cadere, amare, sprofondare nel buio denso e liquido di quel sesso che si scopa anche il tempo. Forse, dovremmo iniziare a dare noi per prime lo stesso valore a un orgasmo a mano a un orgasmo con la sola penetrazione. Forse, quando non sembrerà più così importante, sarà più facile.
E voi uomini, se pensate di aver sempre fatto venire le vostre donne, o siete molto fortunati e le vostre donne ancora di più, oppure siete vittime di una simulazione. C’è da arrabbiarsi? Un po’ sì e un po’ no. Perché alla fine fa più male a noi che a voi. Perché è una cosa che ci ferisce, ci deturpa, ci sfregia con la violenza di una femminilità amputata. Con la lama affilata che taglia una donna alla metà di se stessa.
Pensate a quanto possa essere frustrante non venire non 1, ma 10 volte di fila. Capita. E magari non avete fatto nulla di sbagliato, avete fatto tutto giusto, ma chissà perché lei non è venuta. Sarà lo stress? Io solo che in vacanza o nel weekend godo 10 volte di più che durante la settimana lavorativa.
E poi mi chiedo perchè ci sia il bisogno di incasellare l’orgasmo femminile con aggettivi sostantivati come vaginale, uterino, anale, o clitorideo. Io so solo che ne ho avuti in modi diversi, leccando nervi scoperti e riempiendo orifizi, affondando in carni diverse e che ne ho provati di esplosivi, veloci, lentissimi e lunghi, profondi, avvolgenti, sconquassanti, brucianti, indifferenti, epocali.. Da cosa dipende? Probabilmente ancora una volta dal cervello, da quello che abbiamo in testa e dalla sua corrispondenza appiccicosa con la realtà. Che cambia con noi.
Quando mi masturbo e penso che il suo cazzo entri dentro di me riesco non so come a contrarre chissà quale muscolo all’interno della mia passera e l’orgasmo è amplificato. E ogni tanto anche quando sono con lui riesco a fare lo stesso giochetto, con il medesimo risultato.
Di cosa ho bisogno per eccitarmi e godere fino alla follia? Del prima che si sdraia e sbava nel dopo. Voglio sentire che Lui ha voglia di scoparmi da kilometri, da giorni, anzi, millenni. Voglio essere desiderata e desidero. E’ semplice. Voglio essere presa. Rapita. Rubata.
Di cosa ho paura? Di non godere abbastanza, di perdere quel tram chiamato desiderio e l’occasione di esprimere tutta la mia vita e tutto il mio amore per una persona. In effetti, fare sesso senza essere innamorati può essere molto più semplice, visto che non c’è di mezzo il cuore.
Maledetto, fottuto, sadico cuore.
Maledette, fottute, sadiche donne.
E masochiste, che si ostinano a leggere il sesso come gli uomini l’hanno scritto, invece di interpretare propria la sessualità non solo con un’ottica femminile, ma personale. Più che allargare le gambe, dobbiamo dilatare le menti.
Dobbiamo fare, di nuovo, la nostra rivoluzione sessuale. La seconda volta, si sa, è sempre meglio.
Questo post ha la brutalità e l’amore intrinseco di uno schiaffo dato alla persona amata per farla “ragionare”… che non è violenza…ma l’estremo opposto dell’indifferenza. Meraviglia.
Personalmente non trovo niente di meglio per il mio immaginario erotico che un cazzutissimo Professor Jones che affronti mille peripezie per accedere al mio Gradalis. Sono uno strumento, l’oggetto, la fine di un percorso doloroso fatto di polluzioni mattutine a 40anni. Gli step nella conquista, quello sbavare piacere, e la stimolazione anche fisica del nostro corpo si collega in maniera direttamente proporzionale al gioco. Più il nostro avversario si contorce negli spasmi, più combatte con tutte le sue forze, più si sforza per varcare la soglia del Tempio… più il superego della mantide di dilata. Senza le visioni degli uomini saremmo perdute. Tesori sommersi nell’Atlantide del piacere. Tacchi a spillo, latex, fellatio e autoreggenti inclusi nel prezzo.
quando la mia ragazza simula è facile accorgersene: indossa una maglietta di inzaghi.
@Gawain: spero che queste riflessioni sparse possano mettersi al servizio del piacere per qualcuno
@elyza1977: quello che hai scritto mi tocca da vicino. Nel mio sottoscala erotico ci sono questi stessi desideri, questo stesso modo di volere il sesso, il dominio, kla dominazione, il gioco e il piacere ma in questo momento – non so neanche come dirlo – sono nel mezzo di un percorso, in bilico tra quella che penso di essere e quella che sono. Rifletto molto, e cerco di vedere la luce che passa tra le due metà… e ho l’impressione che prima di farci andare il prof. Jones, a trovare il Gral, ci debba andare io. Solo per poi dimenticare tutto. E’ come se sentissi il bisogno di spogliarmi di tutto quello che mi hanno insegnato, di tutti gli sguardi, di tutti i sogni, delle coperte di lana e degli occhiali da sole, in una grande e feroce amnesia. Per poi imparare tutto da capo il godere, il piacere, il giocare, il venire, il donare. Un po’ più densa, un po’ più umida. Un po’ di più.
@essere disgustoso: hihihihi non l’ho mai sopportato, Inzaghi. Troppo svenevole.
Penso che per noi uomini sia difficile capire le donne, anche se io personalmente ci provo intensamente, ma forse grazie a donne come te, che si aprono sinceramente nel proprio intimo (cosa che non tutte riescono a fare), uomini volenterosi come me possano riuscire a capire un po’ di più l’essere meraviglioso che è la donna. Complimenti per questo blog. Buona giornata.
Lo spero davvero E ci provo
So*
Un articolo molto impegnato, in concomitanza con la tua intervista nel mio salotto virtuale
Volli. Fortissimamente volli. La mutazione è un concetto Darwiniano proprio della nostra specie. Tra volere il domani, e possedere l’oggi, faccio un bilancio. E possedere oggi mi soddisfa a tal punto da non desiderare altro. *Dammene ancora* e *dammene di più* sono concetti simili ma diametralmente opposti. Il primo appaga gli uomini, il secondo li spaventa. Attenta Cappuccetto Rosso, se si accorgono che in realtà sei il lupo cattivo non farai altro che indurli alla fuga…
@camu: è vero, grazie mille!
@elyza1977: appunto. voglio desiderare un po’ meno il domani e possedere un po’ di più l’oggi. Fortunatamente, riguardo gli uomini, ne ho al mio fianco uno con cui posso giocare tutti i giorni a una favola nuova e inversa.
So*
Il bello è che il motore del sesso è il cervello, ciò che può fregarci, inibirci, bloccarci, anestetizzare il piacere, nasconderlo, mascherarlo è il cervello (vale a mio avviso tanto per le donne quanto per gli uomini, quei residui di secoli, quelle visioni fallocentriche hanno fregato qanche i maschi). Ci vuole una certa forza e tanta consapevolezza di sé per trovare un equilibrio, serve anche per deprogrammarci e ricominciare tutto da capo, per annullare tutto nel piacere dell’orgasmica amnesia, e poi dimenticare ancora e ricominciare forti di una benefica verginità dell’anima ( non mi veniva niente di meglio). Ce ne vuole ma non è impossibile. Come Star Trek: via verso zone inesplorate dell’universo. Buon viaggio Sophieboop
format O:
Grazie
So*
Leggendo questa tua cosa mi sono ricordato di questo brano dal libro: Cabbala e Alchimia di Arturo Schwarz
Tecnicamente parlando un organismo è più “evoluto” quando ha una struttura separata per ciascuna funzione; è per questo che un essere umano è una forma di vita più alta di un’ameba, per esempio. Secondo una definizione strettamente tecnica – e non come un giudizio di valore – la sessualità femminile è più evoluta della sessualità maschile: la donna ha tre strutture separate per le funzioni della minzione (l’uretra), del piacere sessuale (la clitoride) e della riproduzione (la vagina), mentre l’uomo raccoglie le tre funzioni in un’unica struttura: il pene.
(Judith S. Antonelli 1995,
In the image of god. A Feminist Commentary on the Torah.
Northvale, NJ., Jason Aronson.)
Mi fa piacere che si sia ampliato l’argomento accennato in “Fake – Non venire è meglio che simulare”
Benchè se ne dica siamo animali.
La femmina animale all’interno del branco non necessariamente deve raggiugnere l’orgasmo per la procreazione, facilita solo il tutto.
Credo che questo sia un residuo dannoso che le donne si portano ancora dietro da secoli di evoluzione e purtroppo, credo che questo “mal pensare” è ancora fortemente radicato nella società (con tutti i risvolti psico-sociali del caso)
Ho trovato interessante (anche in tal caso) il libro “Perchè lo facciamo. Il gene egoista del sesso” del paleontologo Niles Eldredge
quello che dite è molto interessante dal punto di vista “evoluzione”… anche se continuo a pensare che dopo lo shampoo, e dopo il balsamo, è arrivato il 2 in 1… quindi non so se avere organi separati sia un’evoluzione… o forse bisogna solo essere in grado di unirli nel cervello, o forse è solo una questione culturale il fatto che si pensi che le donne “debbano” godere con la vagina… fatto sta che neanche nel più frequentato bordello di Whitechapel c’è mai stato un casino simile
So*
“dopo lo shampoo, e dopo il balsamo, è arrivato il 2 in 1…”
ma come ti vengono certi accostamenti…sei troppo forte So!!
eh, qualcuno dice che sono un po’ toccata
So*
sei stata bravissima nel descrivere quello che provi, quello che vuoi! ma io adesso ho mille paranoie, mi hai messo mille dubbi! scopiamo bene oppure lei soffre? (dico con stellina, la mia lei) spero che qualche volta abbia raggiunto il piacere anche a fatti oltre che a parole!! certo è tanto che stiamo insieme ed i suoi consigli, le sue indicazioni, i suoi gemiti mi hanno aiutato molto, ma tu hai messo troppa carne al fuoco (passami l’espressione da macellaio). adesso come faccio? quando rifaremo sesso (spesso per fortuna, ne sentiamo ancora molto la voglia, dopo anni) mi sentirò impacciato ed inadeguato a stimolarle le sue 8000 terminazioni nervose, anche perchè, davvero, sono troppe per una parte del corpo così piccola rispetto al resto ed a parti molto più in vista!! io sono maschietto ed il piacere ce l’ho tutto esposto, oppure non è così, e non ho capito nulla neanche del mio di sesso!? ricevi su appuntamento, come psicologa!? (scherzo)
@elyza1977: mi sei piaciuta molto e te lo volevo scrivere.
Ehy, tranquillo chi ti dice che invece le cose non vadano DAVVERO benissimo? Mi spiace di averti creato dubbi con la mia mente contorta
So*
Per me non c’è mai fine, non c’è una vera conspevolezza.
Tutto è cominciato a vent’anni, quando per la prima volta ho accettato il fatto che il piacere veniva da tutte le parti, ma l’orgasmo veniva dalla clitoride. Ed è diventata la mia certezza. Ma è durata assai poco.
Perché, tanto per dirne una, ci sono gli orgasmi notturni, quando basta un sogno, che a volte diventa lucido e allora è solo nella mente che mi masturbo, ma il mio godimento è inequivocabilmente reale.
E ci sono le donne che le tocchi dentro e vengono.
E ci sono volte che sono riuscita a farmi venire toccandomi dentro.
E altre che la semplice somma di due punti – basta aggiungere una leggera carezza a un capezzolo – apre al piacere la quarta dimensione. Altre ancora in cui, anche senza mani, si trova quell’inclinazione, quella giusta profondità, quella pressione perfetta che. e. sì.
Ma la verità è che non c’è una volta che sia uguale. E detesto parlare così, perché davvero mi sento in colpa verso le altre donne, davvero mi sembra di complicare le cose, di seppellirci sotto una coltre d’incoscienza di sé, e vorrei essere una di quelle femministe americane che, ricerce socio-sessuologiche in pugno, ti gridano in faccia: tesoro, o sei nel 30% di donne che vengono con la stimolazione vaginale o sei nel restante 70%, e l’unica cosa che conta per te è un cunnilingus come si deve.
Allora, posto che io il cunnilingus lo adoro, a questa storia ho smesso di crederci. Anche perché altrimenti non mi spiegerei né certi miei cambiamenti né – sebbene ne sappia molto poco – certi misteri delle pratiche sessuali orientali. Un mito, un’illusione, o davvero una profonda aderenza al presente, alla percezione, al contatto, l’abbandono (vero, interno, irrazionale) del paradigma dualista menteVScorpo, possono darci una mano? Magari, a smetterla di scomporci, sezionarci in tante piccole parti o zone erogene – clitoride, vagina, punto g, pene, glande, palle, ano, bocca, cervello o cuore – e a cominciare a sentirci corpi interi in grado di aderire e godere l’un l’altro non importa unendo quali punti, sì.
Mi sa che l’hai proprio detta (bene) e giusta.
Io mi rendo conto, più vado avanti, più provo anche solo a essere in stati emotivi differenti, che il corpo cambia nella sua percezione. E più provo, più scopo o mi faccio scopare, più mi ritrovo vicino a quel barato a cui miro, ma in cui a volte, davvero, non so lasciarmi andare. A volte cancello io stessa i punti. Ma imparerò a lasciarli disegnare ai gesti e ai pensieri. Imparerò anche questo, lo imparerò meglio. Forse, devo solo smettere di pensare.
Grazie per il tuo bellissimo commento
So*
quando c’è la giusta fonte d’ispirazione… e non parlo (solo) della settimana enigmistica.
grazie a te, mi fai sempre tornare la voglia di scrivere quando mi manca.
un bacio
m
Ne sono felice, davvero
Ci sentiamo presto!!!
So*