L’unico frutto dell’amor…

2009 maggio 20

… è la banana!

Ricordo di aver visto un porno in cui c’entravano – letteralmente – fragole e banane. C’erano delle donne saffiche che facevano un bel frullato di succhi (i loro) e frutta. Come quelli che mangiavo (o bevevo?) da bambina. Mi ricordo che c’erano anche i frullati ghiacciolo. Io prendevo sempre quello alla fragola perchè era rosa. Dieci anni dopo quei frullati ghiaccioli, io ero lì a guardarmi i porno di nascosto sui canali non criptati del satellite. Quanti ricordi.

Vengo al punto. L’altra sera sono stata a un party offerto da una nota marca di frutta per il lancio dei suoi nuovi frullati, che ho sorseggiato a bordo piscina in una bellissima villa nel cuore della Milano “bene”. Tra tutti, quello più rosso, gusto melagrana e lampone era il mio preferito. Adoro i lamponi. Adoro anche le ville con piscina e appena sarò ricca me ne comprerò una, di quelle tonde e con i gradini. Diciamo che le due cose “frullate” insieme hanno prodotto interessanti fantasie di deboscio e perversione oziosa. Di quelle talmente strane che ti vengono solo quando non hai altro a cui pensare se non fottere il tempo.

Lo scenario interno della villa si prestava molto bene a scopate itineranti, aggrappandosi alle tende, accartocciandosi nei caminetti e lasciando qualche traccia di umori umani sulla tappezzeria damascata o sugli arazzi appesi alle pareti. Ma nulla batte nelle mie preferenze il giardino con la piscina.

Te ne stai lì, in pieno giorno, completamente nuda sulla sdraio, a sorseggiare un cocktail alla frutta. Alcoolico, e di prima mattina, che se no il deboscio di lusso e corruzione non regge. Magari la voce gracchiante di un grammofono in sottofondo, che arriva lontana, dall’interno della villa. E poi lui, che si siede ai piedi della sdraio mezzo nudo e con quella sua aria arrogante e viziata. Viziosa. Sentire che ti sta guardando da dietro gli occhiali da sole anche se tu, i suoi occhi non li puoi vedere. Ma li senti. Li senti che ti stanno già scopando ogni singolo millimetro di pelle. Lui, poi, dovrebbe essere quantomeno un cugino, o un fratellastro, per rendere la cosa davvero sporca. Del tipo Le relazioni pericolose. Te lo puoi anche immaginare tale e quale al tuo uomo, ma lì, in quella fantasia idromassaggio e prati all’inglese, lì dev’essere un parente prossimo. Promiscuo. Lui prende una banana da un cesto appoggiato sul tavolino di marmo di fianco a te, e nel farlo ti sfiora la pelle nuda. Poi spoglia lentamente il frutto della sua buccia carnosa e ne morde la punta affondando i denti con un certo gusto sadico. Te la offre gentilmente, ma con la pretesa insindacabile che tu faccia lo stesso con la banana, e poi con il suo cazzo. A questo punto, prima che tutto inizi sul serio, l’inquadratura dovrebbe spostarsi sull’unico vicino di casa nel campo visivo, che dalla terrazza della sua villa osserva la scena, fumando un sigaro nella ua vestaglia di raso. Il vicino guardone se lo tira fuori e inizia a menarselo lentamente, che tanto la mattina non prende mai impegni prima di mezzogiorno. Una colazione, magari. L’inquadratura torna ai due sessolabili in piscina, che scopano e magari fanno qualche giochino di breath control. Poi arriva anche il giardiniere, che posafrettolosamente le cesoie per potare la siepe e si unisce con foga ala coppia giusto in tempo per la doppia penetrazione e il primo orgasmo di lei. E’ ovvio che a un certo punto arriverà anche la cameriera e il vicino voyeur entrerà dal cancello aperto per chiedere un po’ di burro per i croissant e invece troverà solo sborra. Purtroppo il finale dei porno è quasi sempre uguale. Io invece, farei finire tutto con uno sguardo sconvolto e dall’innocienza di plastica, un tuffo in piscina e una bella pisciatina liberatoria post-coito. Tanto la piscina è tua.

Che strani passatempi che ha la gente. Quasi come se non avesse nulla di meglio da fare.

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