Bettie Page, in memory of

Devo fare una confessione. Quando ho saputo della morte di Bettie Page mi sono sorpresa.
Pensavo fosse accaduto già molti anni fa, in un giorno approssimativo e silenzioso dopo la fine degli anni ‘50.

Ma la mia ignoranza, in fin dei conti, è giustificabile. Perchè la pin-up Bettie Page, quella che sculacciava e sorrideva, quella sfogliata di straforo nei bagni e nei retrobottega, è davvero scomparsa nel 1958. Solo la donna che c’era dietro e dentro la pin-up dai capelli corvini, Betty Mea Page, ha continuato a vivere la sua vita, riservata e ignota, fino all’11 dicembre 2008.

Bettie Page, la modella, scomparendo dietro il sipario e da dietro l’obiettivo con una mossa elusiva degna dell’assistente migliore che un illusionista potrebbe desiderare, è brillantemente riuscita in quello in cui molti altri hanno fallito: Bettie Page è una superstite. Bettie Page non ha pagato la consacrazione del mito con il proprio sacrificio umano. Betty Mea Page è una Norma Jeane Baker sopravvissuta nell’anonimato, una reduce dall’istituzione del culto. Bettie Page non è una divinità incisa nella pietra di una lapide, è una Venere scolpita nel burro della fantasia.

Con un corpo a clessidra che non smette di affascinare anche con lo sbriciolarsi delle mode, tacchi vertiginosi per raggiungere l’olimpo dell’estetica fetish e una frangetta maliziosamente infantile, Bettie Page è una femmina non modificata, una bambola naturale che ancora non è Barbie: è la donna prima delle diete e della chirurgia plastica, prima dei seni appassiti, della smagliature e della cellulite. Bettie Page è la libera immagine voluttuosamente imperfetta prima del fotoritocco digitale.
Bettie Page è un sospiro erotico, un’icona di stile, un idolo carnale, una fantasia plasmabile.

Bettie Page è una frustata sincera in bianco e nero. Bettie Page è un sorriso supernova in technicolor.

Bettie Page è un corpus di fantasie sensuali compresse in formato analogico, è una divagazione vaudeville di pensieri sconci, è uno sguardo perverso, osceno, malizioso e innocente.

Bettie Page è le peggiori intenzioni e i sentimenti più puri.

Per me Bettie Page è stata un’ispirazione, una seconda possibilità. Quando ho visto per la prima volta una sua foto, era legata e aveva in bocca una pallina di gomma, aveva le sopracciglia inarcate come code di rondini in fuga, e un urlo ovattato rinchiuso in gola. L’effetto straordinario di quella fotografia era che se la guardavo in orizzontale il suo volto era corrucciato e terrorizzato, con le pupille dilatate e dense di nero, uncinate ad un punto fisso al di là dell’immagine. Ma se la giravo sembrava mi sorridesse, sembrava mi dicesse: “è tutto un gioco“, ammiccando con un’illusione ottica e il presentimento che qualcosa di meglio di un sogno patinato e “posato” fosse possibile. Qualcosa di vero. Qualcosa di vivo.

Bettie Page mi ha fatto credere di poter essere un suo riflesso distorto, una sua figlia abbandonata e cresciuta riguardando le poche immagini di una madre troppo precoce per essere naturale. E lei, lei non si rendeva conto di quello che stava facendo.

Non è mai stata la ragazza della porta accanto, Bettie Pege. Bettie Page è la ragazza della tua porta. Bettie Page sei tu. E’ quella che gioca con il suo uomo in camera da letto o con il gatto in salotto, quella che sculetta inconsapevolmente per le strade di giorno e che legge la sera, è quella che indossa lingerie e tacchi alti per gradita sorpresa e personale piacere.

Bettie Page, nella tua immaginazione, può diventare quello che vuoi. Puoi immaginarla mentre sorride al mare e ti schizza di acqua salata o nuda e selvaggia come la femmina ancestrale, come una dominatrice spietata e compiaciuta o come una cattiva bambina schiava d’amore. Ma, soprattutto, puoi supplicarla di frustarti, o legarla stretta in un abbraccio di nodi, puoi sentire la sua mano che fa bruciare la tua pelle con una sculacciata o bloccarle i polsi con una corda ben tirata. Con Bettie Page puoi fare l’amore come con Marilyn non oseresti mai.

Peccato che, di tutto questo, di tutto quello che ha rappresentato Bettie Page, i media ricordino solo il lato più svestito e meno scomodo, dipingendola ipocritamente come la più sensuale delle pin-up, ma non come “la Regina del bondage” che è stata. E’ molto più “dignitoso” immaginarla mentre gioca con in mano delle palline di natale piuttosto che con in bocca una pallina di gomma. E’ molto meno scandaloso saperla nuda, piuttosto che vestita e in pose “sadomaso”.

Ma la verità è che Bettie Page e il suo culto sono stati un atto di ribellione. Bettie Page ha liberato l’erotismo dalle catene del peccato, dando il suo corpo alle fantasie più istintive e forse inconfessabili: il dominio e la sottomissione. Bettie Page ha aperto le gambe a una sessualità frigida e limitata, occupata a masturbarsi con i pensieri e i sensi di colpa, facendo ridere la fantasia di godimento e ossigeno. E non lo ha fatto con la morbosità di chi nega il sesso, ma con la leggerezza di chi lo ama: in ogni suo scatto non c’è lascivia, ma divertimento, nel suo sguardo c’è qualcosa che brilla e rende tutto un gioco, un tentativo, un’emozione, una risata.

E’ questa la grande possibilità che Bettie Pege ci ha donato: vivere l’erotismo, qualsiasi esso sia, con la leggerezza di un sorriso.

Articolo per whitespace, lo trovate nella sezione mistico

9 Commenti

  1. hai ragione, quella bettie page è morta… Bettie Page si accorse pochi anni dopo aver scattato quelle foto che la sua vita era squallida e patetica.

    “Poco dopo il suo matrimonio con Walterson, si convertì al Cristianesimo il 31 dicembre 1958, e irrigidì tutti i rapporti con la vita precedente. Per molti anni le uniche notizie che si ebbero sulla sua vita furono il divorzio da Walterson nei primi anni sessanta e che stesse lavorando come segretaria per una organizzazione cristiana.”

    Come a dire che quello che tu, tardo adolescente, vedi come un movimento di liberazione, lei (adulta e consapevole) aveva già liquidato come idiozia.

  2. Bellissimo questo articolo ! :D

  3. Non vedo perchè questo astio profondo nei confronti di So… se non ti sta bene quello che si scrive (e si pensa) su qeusto sito, vai a navigare da qalche altra parte.
    Concordo, invece, con il commento successivo: l’articolo è molto bello.. mi ha toccato, come spesso accade leggendo dei post su questo blog.
    La Bettie Page che piace a Noi feticisti è un’icona, un’immagine, è la Marylin dai capelli corvini.
    La Bettie Page “reale” può aver fatto qualsiasi cosa dopo aver scattato la sua ultima foto in abbigliamento fetish. Resta e resterà sempre quel ricordo, quella sensazione, quella tremenda febbre erotica che si transifugra in una calza con la riga nera e un tacco 12 cm.

    Saluti
    Paul

  4. @MyBside: ehee grazie ;) ben tornato!
    @Paul: sono contenta che ti sia piaciuto l’articolo :) e mi fa piacere che tu abbia colto lo spirito con cui l’ho scritto ;) Non mi interessava tanto parlare di Bettie a livello biografico, ma di quello che ha l’icona Bettie Page rappresentato: per la società di ieri e di oggi, per me, per chi osa e per chi si scandalizza e per chi ama la libertà di essere se stesso e per chi ha trovato in nella sua immagine una quarta dimensione di fantasie.
    So*

  5. Chi sei tu per dirmi dove navigare?
    La rete non è forse libera?
    Se non ti piace quello che scrivo nei commenti, non leggerli, oppure dimmi cosa non ti piace e discutiamone.
    Io non ho nulla di personale contro nessuno. Leggo e commento.
    E’ un reato?

  6. Sai cos’è? è l’atteggiamento che ti frega. Vieni su questo blog, leggi e commenti. Dici pure che che ti piace come scrivo. Ci stanno le critiche, ci sta non essere d’accordo ma da te non ho mai ricevuto un commento che non fosse ostile. Mai un “mi piace”, mai un “carino” o “non sono d’accordo su questo, ma su quest’altro sì”. Non che tu sia obbligato, per carità. Così facendo però si ha l’impressione che tu venga su questo blog solo per il gusto di metter zizzania, o per fare un dispetto a me.

    Visto che nei tuoi commenti hai tanto da dire, veramente, apriti un blog tuo. Perchè facendo come fai, sei come un imbucato che rovina l’atmosfera della festa.

    So*

  7. @mah… non ti dico di navigare, ti dico solo che se non i piace qui, vai altrove.
    @So…. grandioso il paragone con la festa… io porto l’aspirina, tu hai la coca-cola?
    vi voglio tutti in acido fra dieci minuti (libera citazione da Elio e le storie tese - tapparella)
    Bacio a tutti, tranne che a mah

    Paul

  8. ribadisco il mio mah…
    l’atteggiamento che mi frega? E mi frega per che cosa?
    E poi chi ti dice che io non abbia un mio blog (magari anche molto trafficato)?
    Il fatto che non lo spiattelli qui non significa che non ci sia.
    Nel mio blogo parlo delle mie cose e lascio che la gente dica quello che vuole, senza criticarla se non mi fa *mai* un complimento…
    Un mi piace te l’ho detto. Ho detto che mi piace come scrivi, ma NON quello che scrivi…

    @Paul, puoi dirmi quel che vuoi, ma resto libero di commentare dove e come voglio. Se SophieBoop non me lo permetterà più non vedrete più i miei commenti.

  9. MI SONO ROTTA.

    STATE (STIAMO) ESAGERANDO. QUESTO NON è UNO SCANNATOIO PERSONALE.

    I COMMENTI NON PERTINENTI AI POST NON SARANNO PUBBLICATI.

    So*


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