I’m Feet to Party
Venerdì sera un corsetto mi stringeva i fianchi, e una linea nera scorreva dritta sulle mie gambe fasciate dai collant. Venerdì sera ho partecipato al mio primo party fetish. Feticismo dei piedi, per la precisione.
I miei piedi sono stati accarezzati, abbracciati, stretti, saggiati, annusati. I mie piedi hanno camminato, calpestato, schiacciato, forse anche sfiorato. Un uomo mi ha chiesto se poteva toccarmi i piedi e, mentre chiacchieravo con il mio Lui, si è steso a terra, tra il tavolino e il divanetto, e ha adorato e leccato i miei piedi attraverso i collant velati di nero. Mi ha chiesto di premere di più sul suo viso, dicendo “di non preoccuparmi” perchè a lui piace così. E io l’ho fatto. Ho strofinato e schiacciato.
La cosa non mi ha eccitata moltissimo, forse perchè non sono una vera e propria feticista, e ho bisogno di un legame molto profondo e di una connessione mentale estremamente intima, per provare un desiderio che mi permetta di apprezzare completamente questo genere di giochi. Perchè provo un desiderio per l’altra persona, e quindi per tutte le sue parti, e non per la parte in sè (ma ammetto che certi “elementi” esercitano molto fascino su di me).
Ma mentre ero seduta in quella sala semibuia ho capito che quel momento, se per me era un’esplorazione personale, per quell’uomo, che era ai miei piedi, era un piacere. E mi faceva piacere che lui potesse esprimersi, essere appagato. E non ho acconsentito alla sua richiesta per bontà d’animo, ma perchè mi interessava esplorare le mie sensazioni, e soprattutto, perchè me l’ha chiesto in modo cortese.
Ed è qui che volevo arrivare. Perchè in un ambiente che in molti considerano “diverso”, se non, erroneamente, “perverso”, ho trovato un’atmosfera distesa, calma, calore umano e grande rispetto. Rispetto per le persone, i loro limiti e i loro desideri.
Cosa che è molto più difficile da trovare in ambiti “normali”, dove la palpata di culo è quasi un obbligo, e le mani non ti chiedono permesso, dove chi può arraffa, dove l’ormone obnubila il cervello e fa dimenticare l’educazione e il fatto che attorno a te, con te, ci sono persone. E invece lì, in club privè dove per entrare devi suonare il campanello e scendere una scala, non c’era la sensazione di essere in un grande banco di macelleria, con tagli in offerta preconfezionati, e filetti su cui la gente sbava. Lì, in una serata feticista (questa piccola, stupenda parola che fa molta paura), non c’era la tensione quasi maniacale al rimorchio, non c’era la smania avida, non c’era morbosità. E si riusciva a parlare, a confrontarsi, serenamente. C’era apertura mentale, altra cosa di cui molto spesso si scarseggia, nella “società delle persone normali e perbene“.
E durante la serata ho anche avuto modo di capire, quanto sia inestimabile la fortuna di poter condividere con chi si ama ogni passione, di potersi esprimere completamente, dando forma ad ogni voglia, capriccio e desiderio, senza la paura di sentirsi mai, davvero mai, “diversi”, o peggio, “sbagliati”.
Grazie.
In qualità di organizzatore di “Feetish” esprimo una grande soddisfazione per le tue parole, non tanto nei confronti del mio modesto operato… ma perchè, una volta di più, testimoniano la realtà di un mondo – quello fetish – che è in gran parte popolato da persone gentili, educate, spesso raffinate e fantasiose, nonostante quello che molti pensano…
Il mio “sforzo”, ormai da tempo immemorabile, è proprio quello di creare momenti di aggregazione per persone che desiderano non solamente giocare ma guardarsi in faccia senza vergogna, confrontarsi e “fare community”. Quello che molti considerano un pericoloso morbo – la diversità – può essere invece espressione di grande valore ed occasione di arricchimento!
Grazie per il bellissimo commento! Davvero, è stato un piacere fare la tua conoscenza e partecipare al party. Il tuo, è un nobile intento e credo che molte persone dovrebbero sperimentare, anche solo a frequentare per una sera ambienti “diversi”, perchè fa bene alla mente.
So*
La ‘borghesizzazione’ (in senso buono, e forse un pò ironico), la perfetta integrazione delle perversioni assortite nella società penetrazio-centrica. Mi viene in mente il bellissimo ‘Secretary’ di Shainberg. Sade e Krafft-Ebing presentarono uno sterminato campionario di passioni-fissazioni ‘alternative’ alla genitalità, che reclamavano una soddisfazione non losca, scevra da vergogne e alla luce di uno splendido sole violanero. In luoghi come quello da te descritto, l’Utopia accade. E la violenza, la mancanza di rispetto sono altrove.
Esatto, vedo che siamo sulla stessa linea
So*
Come ti ho già detto in privato, è un racconto stupendo Sophie. Hai saputo cogliere un aspetto di quel party che molti, compreso il sottoscritto, non immaginavano.
Le mie conoscenze del mondo fetish sono davvero esigue, parlando di esperienze pratiche, ma la mia curiosità per questi eventi è in salita. Sarebbe davvero stupendo se l’atmosfera che si percepisce fosse davvero quella da te descritta e mi sento di quotare quanto detto da Luca: “creare momenti di aggregazione per persone che desiderano non solamente giocare ma guardarsi in faccia senza vergogna”.
La vergogna, quella spiacevole sensazione che ingiustamente molti di noi (me compreso, ahimè) proverebbero nel tentativo di comunicare e condividere una passione così elegante e sensuale…
Sì, l stramaledetta vergogna…è quella che ci fa sentire, ogni tanto o spesso, ” “diversi”, o peggio, “sbagliati” “. E ed questa vergogna che spesso ci occlude come un ammasso di escrementi sociali la strada verso la felicità e una piena realizzazione di noi stessi, come vivi esseri umani.
So*
Ancora una volta sono rimasto appeso alle ue parole.
Quante cose che sentivo dentro, ma che non riuscivo a pronunciare, sei riuscita a tirarmi fuori con questo post
Complimenti … nostra Musa.
Paul
Paul, devo dedurre che il post ti sia piaciuto
sono contenta di essere “utile”
…e cmq..non esagerare con i complimenti (molto belli, tra l’altro)! mi imbarazzano un po’
So*
Io che ho avuto la fortuna di assistere allo spettacolo dei piedi di Sophie accarezzati dal collant velato (spero senza mutandine…) e leccati a dovere, mentre la nostra Divina conversava amabilmente col suo uomo… posso assicurare sulla straordinaria eroticità di quel meraviglioso istante!
Non so, il primo tentativo di commento si è perso nell’etere, spero non venga fuori un doppione (mi secca perché il primo l’avevo scritto in modo più ordinato, vabbé)
Volevo chiedere una cosa. Leggendo il tuo post e poi il primo commento di Luca “Varan”, mi è parso di cogliere che si ponesse molto l’accento su di una presunta spaccatura esistente tra il noi (ossia i praticanti del fetish) e loro (il resto del mondo, un tantino bigotto e insensibile). Mi chiedevo però se nella realtà questo confine non sia più sfumato, nel senso che credo che il fetish sia una pratica (a diversi livelli e in diversi modi) piuttosto diffusa (di nicchia forse è la serata fetish) che non sconvolge più i benpensanti. Mi chiedevo se questa contrapposizione “noi-loro” non faccia piuttosto parte del gioco (renda cioé la cosa più eccitante), o se non sia addirituttua, e paradossalemnte, una sorta di pregiudizio che hanno i partecipanti delle serate fatish nei confronti di un mondo ritenuto distante, ma che poi nella pratica comune tanto distante non è. Fermo restando che di bigotti ce ne sono, ma non credo siano così numerosi. Ecco, chiedo perché io conosco poco questo mondo e magari così imparo pure qualcosa in più… ciao e buon weekend (chi non è un feticista del weekend? )
@Luca: grazie
@Taglia: allora, premettendo che io, come ho scritto nel post, non mi posso definire una “feticista” classica, ma piuttosto, forse, una persona incline alla sperimentazione e a diverse forme di eccitazione o sessualità, ti dico questo: secondo me una spaccatura c’è, ma non è a livello di feticisti e “bigotti”. E’ una spaccatura di sensibilità, che forse solo persone che hanno in qualche modo sofferto o sono state emarginate per una qualche diversità possono in qualche modo superare. E non credo faccia parte “del gioco” non più di tanto almeno: se un “sub” tendenzialmente sarà remissivo e chiederà sempre con gentilezza il permesso di fare qualcosa, è anche vero che il conversare apertamente e in maniera distesa…beh, quello non credo faccia parte di “nessun copione”. Io me la spiego così: forse nell’ambiente fetish, è più alto il numero di persone che ha capito che il sesso non è un prodotto da supermercato, e che quindi non cerca solo di prendere quando può, ma cerca anche il confronto, il dialogo, che cerca di trattar l’argomento con dedizione e tattto, rispettando le altre persone. Mettendo a confronto l’atmosfera di Misex con quella del fetish party, la differnza è nettissima. La spaccatura, è secondo me, una questione di sensibilità e di non-giudizio: ovvero, io non giudico perverso o sbagliato quello che fai solo perchè è diverso da quello che piace fare a me, o da quello che gli altri dicono che dovrebbe piacermi o meno. Hai ragione quando dici che il feticismo non è un fenomeno poi così di nicchia, e che la spaccatura è più sfumata: ci sono moltissime persone che praticano diversi tipi di feticismo, senza rendersene conto. La differenza sta nell’ammetterlo, nell’approccio alla parola “feticismo”. Perchè se ipoteticamente “tu” adori i miei piedi, li lecchi, li baci, ti ecciti soltanto vedendomi con un paio di scarpe, dici che vorresti venirmi addosso e poi non riesci ad ammettere che ogni tanto ti piace fare un po’ di “fetish”, o che in alcuni casi sei un po’ “feticista”, ecco, secondo me qui, c’è un problema, un pregiudizio. Perchè ci hanno insegnato che “feticismo” è una cosa sporca (vero) e brutta (sbagliato), quando tutti siamo feticisti di qualcosa. Io, del we lo sono sicuramente.
So*
Capisco
Con gioco intendevo dire che se io pratico il fetish e so che il mondo disapprova, che gli altri trovano la cosa sconveniente, rendo il gioco ancora più eccitante, sai, il gusto del proibito, o il gusto di dire: fottetevi tutti! Non sapete cosa vi perdete, godo alla faccia vostra. Un po’ di pepe in più che, comunque, non è indispensabile perché non aggiunge molto al godimento in sé dell’oggetto che uno “adora”, ma comunque può starci come ingrediente.
Misex e serata fetish immagino siano davvero il giorno e la notte, e capisco quanto stridente sia il contrasto, mi andava di dire però che tra le persone che non parteciapano alle serate fetish, ce ne sono diverse che non giudicano o hanno pregiudizi di sorta (come il sottoscritto) su chi invece vi partecipa
A livello personale, ti posso dire che per me l’elemento trasgressione è abbastanza debole come motivazione, proprio perchè non ho mai percepito nulla come “proibito”, poi, se questo abbia un peso maggiore per altre persone, cosa che è probabile dato il retroscena cattolico dell’Italia, non so dire. Pensa che io ho anche invidiato chi poteva provare il brivido della trasgressione più di me.
“tra le persone che non parteciapano alle serate fetish, ce ne sono diverse che non giudicano o hanno pregiudizi di sorta (come il sottoscritto) su chi invece vi partecipa ”
Non mi sognerei mai di dire il contrario Sarebbe davvero insensato da parte mia
So*
Anche io voglio annusare i piedi, come devo fare? aiutatemi!!! ferei di tutto pur di annusarli…anche pagando
Non serve pagare: basta trovare una persona a cui piaccia ricevere certe attenzioni. Se poi vuoi sperimentare l’autosniffing, ti consiglio di fare un po’ di yoga, ma non è difficile
So*