30 den

2008 settembre 24

La sigaretta ancora accesa sorvola il marciapiede abbruttito dal mattino e quasi colpisce un ragazzo in bicicletta. Sono distratta. Sono tesa. Sono eccitata.

Sento la consistenza leggera dei collant che solletica le cosce e la cucitura che sfrega sul clitoride ad ogni singolo, breve, passo, inumidendosi in segreto sotto sguardi sconosciuti, adescati dalla mia fantasia.

Chissà, forse uno di loro sei tu, vigile e insospettabile controllore che non lascerà passare impunito neanche un granelo di rossore sul mio viso, mentre i miei piedi, racchiusi nelle decollte di vernice nera, guidano le mie gambe svelte verso l’attrito avido, sapendo che basterebbe infilare una mano sotto la gonna per farmi venire.

Penso che potresti ordinarmi con lo sguardo di infilarmi in una strada più affollata, per costringermi contro un muro, bloccandomi con la pressione appena accennata del tuo peso, per toccarmi e bagnare le tue dita di me, lasciandole scivolare tra le mie gambe tremanti e appena dischiuse, nel silenzio di gemiti concitati e a stento controllati dalla disciplina, sfiorando appena il tessuto. Elettrizzando la trama della mia pelle. Ricamandola di piacere e orgasmi.

Penso che potrei sedere di fianco a te, e, guardandoti solo una volta e mai più, e accavallare le gambe, scoprendole appena, stringendo le cosce, strofinandole in lente fusa sintetiche. Penso che potrei far dondolare lascivo il piede, la scarpa lucida e il tallone scalzo, rifinito in quella sezione dove la calza si fa più scura, formano per te la piccola bocca socchiusa e sorpresa di una Lolita.

Penso..e le persone mi guardano, sembra che sappiano, e le mie fibre bruciano di speranza e di questa piccola perversione.

Davanti allo specchio della mia camera, mi guardo. Immobile ed eretta, con la carne velata dal nero del nylon. Come un’ombra di fumo. Come la sagoma di una fotografia sfuocata da un respiro lento, profondo. E’ solo una sottile barriera sulla pelle, che mi mischia con il mondo e fa dilagare la mia voglia, la voglia di sentirmi la tua puttana.

E’ solo un collant 30 denari, che lascia intravedere solo la muscolatura sottile dei polpacci. Solo la forma scolpita della caviglia.

E le donne, sull’autobus, mi additano con le loro pupille acide di disappunto, come se giudicassero l’ingenuità di un gesto così spudorato, eseguito senza fare domande su ordine di un perfetto sconosciuto.

E gli uomini mi spogliano, distogliendo in fretta lo sguardo, come se volessero rivestirsi freneticamente per essere stati scoperti a curiosare senza permesso nel ripostiglio delle mie ossessioni, imbarazzati dal leggere nei miei occhi quello che potrebbero vedere sotto i miei vestiti.

E in metropolitana la borsa in cui sono custodite le mie mutandine si accoccola ai miei piedi, obbligandomi a tenere le gambe leggermente divaricate…e si spalancherebbero in un attimo, come un voluttuoso sbadiglio, che gode della provocazione, se sapessero che quello seduto di fronte a me sei proprio tu. Solo per farti intravedere, oltre il nylon, quanto spazio c’è dentro di me.

Altri pensieri:

  1. My B Side permalink
    settembre 24, 2008

    Sarebbe da recitare a teatro !

    Con questo ti meriti anche un applauso :)

    ReplicaReplica
  2. settembre 24, 2008

    Tnks ;)
    So*

    ReplicaReplica
  3. Taglia permalink
    settembre 24, 2008

    In genere in queste cose sono (ma soprattutto sono stato) il più grande figlio di puttana che il caso (con caso intendesi: una scopata senza profilattico) abbia generato. E con “queste cose” intendo: esprimere un parere su di un racconto.

    Invece mi trovo a dire che è molto ben scritto e, chiariamo, se lo dico non è perché io sia un leccaculo (no, resto il figlio di puttana in “queste cose”), o perché come maschietto etero mi possa piacere leggere elegante distillato d’eros (non esiste, il mio giudizio non si appanna, o a-panna) ma lo dico perché ci credo.

    All’inizio un paio di temi ricorrenti nell’immaginario di Shopieboop: un mattino sporcato di miseria e niente, e “lei stretta contro il muro in un vicolo”?

    “stringendo le cosce, strofinandole in lente fusa sintetiche” :!: partendo da qui dico: un racconto a volte c’è chi lo legge con occhi sintetici, ossia plastificati, che hanno poca profondità, su cui tutto scivola distorto; però c’è anche chi scava, metabolizza, sente, fa proprio e alla fine si mette pure a fare le fusa :)

    ReplicaReplica
  4. Paul permalink
    settembre 24, 2008

    Mentre ti leggevo, So, mi è sembrato di sentire l’odore della nebbia di certe città del nord, l’odore di un caffè bevuto di corsa e il rumore della folla che si aggira furtiva intorno a me.
    Dopo un attimo, però, ho sorpreso tra la folla due occhi taglienti come uno stiletto e ho sentito il dolce frusciare delle tue calze sotto le mie dita incredule.
    Il trasporto è stato tale che ho ringraziato il cielo di essere seduto alla mia scrivania.

    Complimenti ancora So…. incontrarti così come “ti sei descritta” ina giornata quasi autunnale può rendere giustizia alle parole: “il paradiso in terra”… per chi ci crede, ovviamente.

    ciao
    Paul

    ReplicaReplica
  5. settembre 24, 2008

    @Taglia: quindi ti è piaciuto? ;)
    @Paul: beh, a te è piaciuto… :)
    Tnks
    So*

    ReplicaReplica
  6. Paul permalink
    settembre 25, 2008

    si si… mi è piaciuto moltissimo

    ciao
    Paul

    ReplicaReplica
  7. Taglia permalink
    settembre 25, 2008

    Sì, mi è piaciuto… faccio le fusa… diversamente te lo avrei detto ;)

    ReplicaReplica
  8. settembre 25, 2008

    Grazie…in questo periodo sono ispirata :)
    So*

    ReplicaReplica
  9. Luca "Varan" permalink
    ottobre 17, 2008

    L’ho letto solo ora e l’ho trovato straordinariamente eccitante, ispirato da una rara capacità di trasformare in parole le sfumature dei dettagli.
    Per me il collant senza mutandine è sintomo di grande raffinatezza, spesso sacrificata per la presunta praticità e/o finto “glamour” delle autoreggenti.
    In una sorta di rito arcaico, mi sono trovato – senza quasi accorgermene – a divorarlo mentre le mie pulsazioni sanguigne aumentavano vertiginosamente, stimolate da una masturbazione che ho cercato di controllare il più possibile, per non perdere la sintonia mentale che mi sembrava di aver stabilito con te in quel momento.
    Piacevolissimo.

    ReplicaReplica
  10. ottobre 17, 2008

    Felice che ti sia piaciuto :D
    So*

    ReplicaReplica
  11. mario permalink
    ottobre 10, 2009

    veramente grandissimo. standing ovation.

    ReplicaReplica

Cosa ne pensi?

Nota: Puoi usare il basic XHTML nei tuoi commenti. La tua email non sarà mai pubblicata.

Segui questi commenti via RSS