Ricami sulla mia pelle
L’inchiostro della carta carbone disegna linee blu e incerte sulla mia pelle.
Depilata, liscia, vergine. Pronta per essere incisa di significati, suggestioni, spasmi.
Ciuffi e sbuffi di valesina limpida fiammeggiano sulla mia pancia.
L’ago inizia a tartagliare la sua melodia, come un martello pneumatico di creature incantate, canta un mantra di determinazione e passione.
L’ago incide le sue note d’inchiostro, suonando pieno quando scorre sull’osso e la carne di Venere.
Rimango in silenzio per sentire il dolore e il calore chiaro della mia pelle. Acuto come la punta di una matita affilata. Come un angolo di carta che soffia e taglia leggera la superficie.
Il dolore non conta. Il dolore non c’è. Ci sono io.
La bellezza del momento e lo scalfire della vita.
Ricami d’inchiostro fischiano sulla mia pelle, e ricalcano di endorfine e adrenalina la mia volontà. La mia libertà.
Il dolore non conta. Il dolore non c’è.
Ci sono io.